Lezioni a distanza, lo psicologo tra i banchi. "Ma i più fragili sono proprio i docenti"

Il professionista Novarelli coinvolto nel progetto di sostegno avviato al Fossati, finanziato dal Miur in collaborazione con l’Ordine

Lo psicologo Alessio Novarelli

Lo psicologo Alessio Novarelli

La Spezia, 14 aprile 2021 - È nato per i ragazzi, ma – complice la loro assenza dai banchi per rispettare l’obbligo alla didattica a distanza – è diventato un aiuto importante anche per i loro prof: un ausilio per far fronte all’attività quotidiana a singhiozzo fra presenza e dad e combattere contro mancanze e disagi connessi con questa condizione. Si tratta del progetto lanciato dall’istituto Fossati-Da Passano intitolato ‘Relazioni tra docenti e studenti e relative osservazione nel periodo dell’emergenza Covid-19’, grazie a cui le due anime della scuola possono seguire un percorso di confronto con lo psicologo Alessio Novarelli. Percorso finanziato dal Miur, che ha emesso un bando in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi per attivare progetti e sportelli d’ascolto. Quaranta ore con un ampio ventaglio di obiettivi, ripartendo dalla positiva esperienza del Cic, il Centro informazione e consulenza già attivo nell’istituto; primo fra tutti, ridurre le distanze create dalla situazione fra studenti e docenti, portare i ragazzi a riconoscere i propri bisogni e trovare le risorse per chiedere aiuto. "C’è un dialogo educativo, un intervento su due fronti e per adesso il lavoro sta andando maggiormente avanti su quello degli insegnanti, che hanno apprezzato, si sono dimostrati interessati a un dialogo con un esperto del settore. Ora la parola passerà agli alunni, in modo da aiutarli a far emergere eventuali problematiche e difficoltà connesse con la condizione di questo periodo" commenta il dirigente Paolo Manfredini.

Nelle prime ore, il focus sono stati i ragazzi: dialogo ed esercitazione legata alla ‘Superhero Therapy’, che li trasforma in un supereroe e che ne identifica superpoteri e talloni d’Achille, spingendoli a relazionarsi fra compagni. Ed ecco, in concomitanza con il ritorno alla dad, il turno di chi sta dietro alla cattedra: esercitazioni per ripensare al Covid e alle emozioni da esso attivate, per arrivare a una rappresentazione simbolica di ciò che questa pandemia è stata per loro. C’è la zattera che si muove fra le onde, il treno da lontano che arriva scompiglia tutto col vento che crea, con le persone immobili in attesa che passi.

"La sensazione – spiega Novarelli – è quella di impotenza e isolamento, che saranno portate nella prossima esercitazione: strategia di gestione e intervento. Si sono sentiti inutili, pensano di non aver tutto il tempo e i mezzi per ascoltare i ragazzi in momenti di difficoltà, hanno avvertito difficoltà di parlare di questi aspetti e creare una relazione in dad: modalità che ha penalizzato la percezione delle emozioni a distanza. Mancano le cose basilari: anche spostarsi fra i banchi era un modo per legare e creare connessione e non può più esser fatto. Rispetto al primo lockdown, in cui prevalevano l’incredulità, la novità e la spinta, ora si punta di più all’adattamento alla nuova sensazione". Il cammino proseguirà al fine di aumentare le strategie di intervento e comunicazione all’interno dei gruppi di insegnanti: ecco il pass per accrescere il senso di efficacia e rompere quello di impotenza ed isolamento.