Curva killer, riunione in prefettura Si decide la posa dei dissuasori

La ragazza di 23 anni che era alla guida della Lancia Y è sempre ricoverata in rianimazione sotto sedazione. Non sa ancora del grave trauma subìto, i medici hanno provato a risvegliarla ma era troppo agitata

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A distanza di sei giorni dal brutto incidente stradale che ha coinvolto cinque giovani al Muggiano nella curva all’uscita della bretella La Spezia-Lerici, la ragazza di 23 anni che era alla guida dell’auto è ancora ricoverata, sotto sedazione, nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Andrea. Purtroppo il tremendo schianto dovuto all’alta velocità e all’asfalto reso viscido dalla pioggia, è costato alla giovane la perdita dell’avambraccio sinistro. Lei non ne ha ancora coscienza, per questo il risveglio dovrà essere graduale, per prepararla al trauma. I medici della rianimazione, coordinati dal primario Cinzia Sani, hanno provato a risvegliarla, ma poiché la ragazza era molto agitata, hanno preferito rimandare.

E’ tornato a casa, invece, il giovane di 28 anni che era seduto accanto a lei, dopo essere stato sottoposto ad un intervento all’ospedale San Martino di Genova, perfettamente riuscito. E’ stato ricoverato invece al Sant’Andrea, per accertamenti, uno dei ragazzi che era sul sedile posteriore della Lancia Y.

Intanto oggi in prefettura è in programma una riunione, convocata d’urgenza, per prendere provvedimenti al fine di limitare la velocità nella curva di uscita del raccordo La Spezia-Lerici che deve essere affrontata al massimo a 40 chilometri all’ora. Mercoledì mattina c’è stato un sopralluogo tra i responsabili della Salt e della polizia stradale. Sono tre le ipotesi al vaglio per rallentare i veicoli: la prima, che è anche la più probabile, riguarda la posa di dissuasori; la seconda la scarificazione dell’asfalto e la terza il posizionamento di un autovelox con l’ulteriore riduzione della velocità all’interno delle gallerie della bretella da 70 a 50 chilometri orari. Il tutto, ovviamente, con una cartellonistica ’rinforzata’ per invitare gli automobilisti ad andare più piano in un’arteria dove è anche vietato sorpassare, in particolar modo quando ci si avvicina alla curva di uscita al Muggiano. In quel tratto, lo scorso 4 novembre, ha perso la vita Stefano Palvarini di 45 anni che si è schiantato contro il muro col suo camion che procedeva a 88 chilometri l’ora, più del doppio della velocità che avrebbe dovuto avere in quel punto.

Nella tragedia, è stata evitata una strage: basti pensare cosa sarebbe successo se in quel momento fosse transitato un altro veicolo nella direzione opposta. Lo stesso che sarebbe potuto accadere domenica mattina alle 5,30 quando la Lancia Y si è schiantata contro al muro, se avesse incontrato un’auto nell’altra corsia.

Il freddo dato statistico che parla di tre incidenti mortali rilevati in provincia dalla polizia stradale quest’anno, porta purtroppo sempre nella bretella La Spezia-Lerici. Il 5 settembre è deceduta Marianna Varano, 72 anni, nella galleria Saturnia mentre si trovava nell’auto condotta dal marito sul sedile posteriore assieme al nipotino. Fatale si è rivelato l’impatto frontale con l’auto condotta da un turista svizzero che ha invaso l’altra corsia. Non era ubriaco, si è distratto e nell’impatto ha riportato ferite guaribili in sette giorni. Su di lui pende comunque l’accusa di omicidio stradale. C’è stata una terza vittima a luglio: un motociclista che non è morto sul colpo, ma due giorni dopo in ospedale a Genova.

E purtroppo la scia di sangue, se si guarda nel passato, è lunghissima. Proprio nella curva ’maledetta’ il 16 febbraio 2012 morì a 31 anni Andrea Piccioli, ingegnere del Muggiano. Perse il controllo del suo scooter Honda 250, che lo travolse.

Quello stesso anno, il 23 gennaio, anche se dall’altra parte del raccordo, erano deceduti tre operai romeni a bordo di un’auto centrata da un’altra vettura.

Massimo Benedetti