Ponte, i bulloni "affaticati". Schiantati prima del crollo

La ’tac’ sui perni delle cerniere rivela il vizio occulto della perdita di resistenza. Il test effettuato dai periti in un laboratorio per prove meccaniche e funzionali

La Spezia, 23 novembre 2022 - Non fossero bastati i rilievi a occhio nudo che palesavano ossidazioni interne pregresse, ora c’è anche il risultato della "tac" a darne dimostrazione: fra le cause del crollo del ponte levatoio della darsena di Pagliari ci fu il cedimento occulto di otto dei trentadue bulloni (sedici per parte) che assemblavano le due cerniere - su cui ruotava l’impalcato - alle flange metalliche a loro volta ancorate, con perni, al basamento di cemento armato. L’indiscrezione filtra dagli accertamenti di laboratorio a cui, nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal gip Fabrizio Garofalo, sono stati sottoposti i reperti recuperati dai Carabinieri del nucleo investigativo il giorno successivo al crollo del ponte.

Le operazioni di rimozione del relitto del ponte levatoio
Le operazioni di rimozione del relitto del ponte levatoio

La "tac" sui bulloni è stata effettuata nel laboratorio Pontlab di Pontedera, un centro specializzazione su prove meccaniche e funzionari su tutti i materiale, dall’acciaio ai pellami. L’esame radiografico ha certificato che otto bulloni (posti sul lato interno del porte, verso la darsena) hanno subito un processo di logoramento occulto che, alla distanza, ne ha portato alla rottura cosiddetta a ’fatica’, evidenziata dalla particolare configurazione dello schianto e dalla ’tracce’ delle lesioni interne maturate nel tempo per effetto dell’uso del ponte. Il tema che si pone è quello del dimensionamento dei perni a misura degli sforzi da sostenere e dei cicli d’uso. Ci vorrà del tempo per arrivare alle conclusioni. Un momento cardine sarà costituito dall’udienza in programma il 20 gennaio, giorno di deposito della perizia da parte dei periti incaricati dal gip, gli ingegneri Massimo Losa e Renzo Valentini a tutti i consulenti dei 35 indagati. Lo spettro degli accertamenti è ampio; dalla progettazione alla costruzione, dall’uso alle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Intanto ci si interroga sulla tipologia del ponte del futuro. L’Autorità di sistema portale è intenzionata a realizzarne uno che, insieme al ripristino della viabilità, non penalizzi le potenzialità della darsena come accadeva in passato.

Fra le opzioni allo studio c’è quella di un ponte girevole anziché levatoio, con apertura a rotazione in orizzontale. Un esempio di efficacia viene dal passato: il ponte girevole dell’Arsenale. Intanto, con la rimozione del ponte, le imprese della nautica sono tornate alla piena operatività anzi di più, visto che ora l’accesso non presenta più i limiti di altezza per l’ingresso delle barche a vela più grandi che, in precedenza, non potevano entrare nella darsena: il ponte, in posizione aperta, retto dai pistoni, restava inclinato, con l’effetto indotto di sbarrare la strada agli alberi delle imbarcazioni maggiori.