Cosa succede ora. Un reggente in Regione. Poi l’incognita elezioni

Pd e M5s premono per votare al più presto, anche FdI è possibilista

Dietro la solidarietà, di cuore o di facciata che sia, c’è già chi si frega le mani. E anche tra i garantisti della prima ora, in pochi si stracciano le vesti, fuori e dentro la maggioranza che dal 2020 guida le sorti della Regione Liguria. Calate fitte ombre sull’ipotesi di un terzo mandato, sulla praticabilità del quale il governatore Giovanni Toti aveva messo recentemente al lavoro anche un pool di legali, il nodo da sciogliere al momento sembra piuttosto quello delle possibili elezioni anticipate. Programmabili, stando a più fonti, forse già in autunno.

Il Partito democratico ligure, seguendo a ruota il Movimento 5 Stelle e la lista che fa capo a Ferruccio Sansa, ha sventolato la bandiera dello sdegno e auspicato il ricorso alle urne: "Quanto emerso dalle indagini dell’inchiesta certifica un modo disgustoso di fare politica, volto solo alla gestione e alla spartizione del potere. La magistratura farà il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali, oggi però si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria". E già nella tarda mattinata di ieri, il segretario regionale del partito, lo spezzino Davide Natale, sforzandosi di dare una lettura prettamente politica alla faccenda sentenziava: "Oggi crolla un intero sistema e noi dobbiamo farci trovare pronti. Dobbiamo dimostrare di essere l’alternativa a questo modo arrogante di gestire la cosa pubblica, per dare voce all’altra Liguria, che c’è e che ha bisogno di trovare una propria dignitosa rappresentanza". Il sigillo al ragionamento è arrivato nel primo pomeriggio dal big dei dem spezzini, Andrea Orlando, che già in tempi non sospetti aveva messo la propria candidatura a disposizione del partito in vista delle prossime regionali. "Emerge un quadro desolante ma per la verità non sorprendente. L’eccessiva promiscuità tra funzioni istituzionali e circoli economici – ha commentato ieri l’ex ministro alla Giustizia e al Lavoro – è un dato che abbiamo denunciato a più riprese. Ora bisogna evitare che questo cortocircuito molto grave pregiudichi gli interessi della regione e i grandi investimenti che la riguardano. Al di là dei profili penali, è necessario avviare un forte processo di rigenerazione nell’interesse dei liguri. Se le carte confermassero i titoli dei giornali, il vulnus politico sarebbe grande. Mi pare difficile che possa proseguire un esperienza di governo così fortemente colpita".

D’altronde a non escludere l’ipotesi di elezioni anticipate è stato anche il deputato e coordinatore di Fratelli d’Italia Matteo Rosso: "Io sono un garantista sempre. E per me fino al terzo grado di giudizio prevale la presunzione di innocenza. Certo è che per noi è cascato il mondo. Ognuno fa il suo mestiere, la magistratura ha il dovere di indagare e l’indagato il diritto di difendersi. Certo, in Liguria si vota nel 2025, ma l’ipotesi delle elezioni anticipate a questo punto non si può escludere". Intanto da ieri le redini di piazza De Ferrari sono nelle mani del vice presidente, il leghista e imperiese Alessandro Piana.

Roberta Della Maggesa