
La stabilmento balneare della Baia blu
La Spezia, 8 gennaio 2023 - L’estate è lontana ma il clima si fa caldo sul fronte degli stabilimenti balneari. Questione di incremento del canone delle concessioni demaniali stabilito dal Ministero delle Infrastrutture per il 2023, pari dal 25,15 per cento rispetto a quello dello scorso anno (che era già cresciuto dell’8 per cento. Una stangata? Probabilmente non è questa la parola giusta per descriverlo, a motivo del giro degli affari che fa perno sulle spiagge. Ma l’aumento ci inserisce in un panorama già complesso per effetto dei rincari diffusi e, non bastassero questi, all’interno di un quadro di incertezze derivanti dalla querelle dell’altolà, fissato allo stato degli anni a fine 202, alle proroghe dirette delle concessioni demaniali per effetto della famosa direttiva europea sulla concorrenza (Bolkestein) il cui nodo giunge al pettine 16 anni dopo l’incardinarsi nell’ordinamento. Lorenzo Servadei, funzionario di Confcommercio addetto all’assistenza delle imprese turistico-ricreative, è lo specchio dei sentimenti che albergano nell’animo dei balneatori. Sono 25 quelli iscritti all’associazione di categoria affiliata alla casa madre . " Sia ben chiara una cosa: è notoria la disponibilità degli operatori a subire un aumento del canone demaniale ma questo dovrebbe avvenire avendo a mente il panorama estremamente diversificato del balzello sul fronte degli operatori e delle complicazioni che fronteggiano".
Cioè?
"Sì, è vero, ci sono zone del territorio nazionale, dove il canone, rapportato all’estensione della concessione è basso. Ma ciò non si può dire dalle nostre parti. La media annua è di 5mila euro. L’aumento del 25,15 per cento pesa...Tanto più in presenza di rincari diffusi. Il Governo, prima di mettere mano al canone, avrebbe dovuto far mente locale, ad esempio, sulla diversa applicazione dell’Iva, ed equiparare quella dei balneatori a quella di bar e ristoranti: per i primi è al 22 per cento, per i secondi al 10. Certo, per gli operatori, è una partita di giro. Ma per l’utenza un costo da sostenere. In ogni caso i problemi grossi sono altri".
L’altolà alla proroga delle concessioni dopo il 2023?
"Sì, prospettato senza aver conoscenza e coscienza degli investimenti che sono alla base dell’attività, non è sostenibile. La linea di costa italiana ha la sua particolarità rispetto ad altri litorali europei. Ma la Bolkstein fa di tutta l’erba un fascio".
Occorre mettere mano ad assetti che si trascinano da tempo e superare i privilegi. .
Ma occorre farlo con cognizione di causa, senza generalizzazioni superficiali e avendo a cuore occupazione e servizi all’utenza; questi ultimi, il prossimo anno, potranno essere a misura dei bisogni solo avendo davanti un quadro di certezze".
Quindi?
"L’auspicio è che le promesse elettorali di tutela della categoria siano rispettate. Aspettiamo con ansia i decreti attuativi della normativa varata dal governo Draghi a luglio per disciplinare la materia".