Odissea sanità, un’ora di coda alla Asl per ritirare le analisi

La Spezia, intanto cresce la proteste per le donne che non riescono a sottoporsi ad una mammografia di controllo e lo screening resta al palo

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

La Spezia, 16 ottobre 2020 - Hanno fatto un’ora in coda prima di poter ritirare gli esiti delle analisi e meno male che non pioveva... Altrimenti quella ottantina di persone che ieri mattina sono andate al centro di Bragarina, dalle 11.30 alle 12.45 avrebbero dovuto sopportare ulteriori disagi. "Per carità il distanziamento c’era – assicura una delle persone in attesa – ma come ci hanno fissato l’orario per sottoporci ai prelievi, in modo da evitare rischi di assembramento, avrebbero potuto adottare lo stesso sistema per il ritiro".

E invece così non è stato e ieri mattina la fila, mano a mano che gli utenti entravano per ritirare gli esami, si rinfoltiva. Certo le misure adottate sono state rigorose, come da protocollo. Ma un’ora di coda! Anzi doppia coda perché una volta guadagnato l’accesso agli uffici ecco che gli utenti dovevano rimettersi in fila per arrivare all’agognato sportello e ritirare il referto. E pensare che i laboratori privati da tempo usano la posta elettronica per inviare le certificazioni. Un sistema che se non altro dà un bel colpo di forbice alle code.

Ma i problemi della struttura sanitaria non riguarda soltanto i tempi della refertazione. Da qualche tempo sono numerose le donne che segnalano l’impossibilità di sottoporsi alla mammografia per il tumore al seno. "Non riusciamo a capire la ratio dei controlli – ha spiegato Lara Ghiglione, segretario generale della Cgil –. Ci sono donne che hanno fatto lo screening e altre no. Il punto è che da questi accertamenti sono rimaste fuori anche quelle che avevano già dei problemi e avrebbero dovuto, per necessità, sottoporsi a nuovi esami. C’è addirittura chi sta ancora aspettando di essere richamata dopo la chiusura forzata dovuta al lookdown. Dunque ripeto non capisco la ratio di queste scelte, se c’è ce la dicano. A un primo sguardo sembra che non ci sia alcun criterio".

Una situazione che sta andando avanti da tempo, tanto che la Cigil ha chiesto alle donne di segnalare questi episodi di cui intende farsi portavoce. Nei prossimi giorni, infatti, è previsto un tavolo di lavoro con le altre sigle per poi affrontare il problema con l’azienda. Insomma per la struttura sanitaria sembra decisamente difficile riprendere a funzionare a pieno regime. I servizi vanno a singhiozzo oppure sono ridotti all’osso. Ancora da riattivare gli interventi di elezione, i programmati per intenderci: quelli di ortopedia sono un esempio.

A.M.Z.