Cocaina e refurtiva nel'ex centro per disabili

Blitz nel tugurio Asl Cacciati gli occupanti

Cocaina (foto di repertorio)

Cocaina (foto di repertorio)

La Spezia, 10 febbrio 2019 - Fino a quattro anni era un centro per disabili poi, con l’abbandono della struttura per la ricollocazione delle funzioni, il complesso di Casa Viver – sulla collina di Gaggiola, di proprietà dell’Asl – è andato incontro ad un lento e inesorabile degrado, trasformandosi in crocevia di presenze sospette e pericolose. Un fenomeno già attenzionato sulle nostre pagine, nell’ambito degli speciali «Cittadino-cronista». Lì, l’altro pomeriggio, si è svolto il controllo a setaccio degli operatori della Polizia di Stato. Lo scenario che si è parato davanti ai loro occhi è stato quello della fatiscenza, seppur organizzata: un paio di letti, qualche mobile di fortuna e pure una televisione, collegata alla linea elettrica (con consumo in capo alla bolletta di utenti probabilmente ignari). Sì, gli occupanti aveva arredato le stanze con quello che avevano trovato e con altri suppellettili raccolti chissà dove: lì avevano trovato riparo dalle intemperie e gestivano loschi traffici. L’indizio era sotto i cuscini: cinque involucri pieni di cocaina. I tenutari erano un cittadino marocchino di 31 anni, S.K,. e un tunisino di 33 anni, W.A. entrambi già noti alle forze dell’ordine. Degrado, sporcizia e, oltre al televisore funzionante, anche un’iPad di cui, però, nessuno dei due ha saputo spiegare la provenienza. L’apparecchio è stato sequestrato, nella prospettiva che qualcuno ne rivendichi la titolarità.

Gli spazi, nel frattempo, sono stati sgomberati. I due extracomuniati, a tamburo battente, sono stati accompagnati al Centro per il rimpatrio di Torino insieme a un terzo soggetto fermato dalla Polizia municipale. Da qui saranno rimpatriati appena espletate le formalità di rito. Il questore della Spezia Francesco Di Ruberto, intanto, ha invitato l’Asl ad adoperarsi per chiudere il varco d’accesso alla struttura: proprio la circostanza dell’assenza di elementi strutturali a delimitazione del complesso, hanno favorito l’occupazione abusiva, in danno dell’Azienda Sanitaria stessa, chiamata ora a fare la sua parte per la sicurezza.

Corrado Ricci