REDAZIONE LA SPEZIA

Cinque anni sprecati Sì all’hi-tech a basso impatto

Prima domanda

Dobbiamo fare in modo da scongiurare la riapertura della centrale che non può rimanere ne a carbone ne a turbogas, la città ha già dato. Penso che se non si fossero persi gli ultimi cinque anni e l’amministrazione comunale avesse mantenuto aperto il tavolo con Enel e Governo e il tavolo territoriale tra istituzioni forze sociali e mondo produttivo, ora avremmo la forza di un progetto da presentare a Enel che è proprietaria dell’area.

Seconda domanda

L’area Enel può essere utilizzata in parte ancora a fini energetici, ad esempio per la realizzazione di sistemi di accumulo sulla rete elettrica nazionale o trasformazione dei vettori energetici, penso ad esempio all’idrogeno, e all’e-fuel. Grazie alla sua collocazione strategica tra porto e direttrici del trasporto terrestre, questa area è altamente attrattiva per realtà industriali high-tech e di trasformazione dei beni, potendo beneficiare anche del contesto di indotto e competenze già presente nel raggio di pochi chilometro. I quartieri sui quali insiste la centrale hanno già pagato, per questo occorre uno sviluppo industriale a basso impatto ambientale che si intrecci con il tessuto produttivo del territorio.