Cinghiali, la furia degli agricoltori: "Coltivazioni devastate, rimborsi ridicoli"

Agricoltori sull’orlo della crisi di nervi per i danni causati dai cinghiali. "Ormai scendono fino in città: li ho visti alla fermata del bus"

Alessandro Ferrante e Federica Figone lanciano l’allarme per i danni causati dai cinghiali

Alessandro Ferrante e Federica Figone lanciano l’allarme per i danni causati dai cinghiali

La Spezia, 27 ottobre 2021 - Una piaga quotidiana. Non c’è giorno che passi senza danni ai campi coltivati. I rimborsi? Scarsi, tanto che in molti neanche più presentano le pratiche per ottenerli. Una situazione frustrante, quella cui devono fare i conti anche gli agricoltori di casa nostra, costretti a vedre andare in malora il lavoro di mesi, a causa delle incursioni notturne degli ungulati. Federica Figone, titolare dell’omonima azienda agricola e allevamento di bovini e ovini, è quasi rassegnata. "Da anni il problema dei cinghiali è all’ordine del giorno, ma quest’anno è diventato ormai insostenibile. Hanno distrutto gli orti, hanno letteralmente arato i pascoli e i terreni in cui coltiviamo l’erba da dare ai nostri animali, e quest’anno hanno persino divelto il recinto in cui teniamo le pecore. Non si può andare avanti così", spiega l’imprenditrice, che sottolinea come chiedere gli indennizzi per i danni subiti sia quasi inutile. 

"Personalmente non li ho mai chiesti: per ottenerli si devono aspettare tempi lunghissimi e spesso l’indennizzo è solo parziale, e non copre i danni subiti. Il danneggiamento dei campi coltivati con l’erba che diamo ai nostri animali, significa anche doversi sobbarcare una spesa in più per acquistare ulteriore fieno. Stessa cosa per quanto riguarda i pascoli, che una volta rovinati dai cinghiali diventano meno funzionali per greggi e mandrie. Visti i danni subiti senza soluzione di continuità, non si finirebbe mai di compilare moduli e inviare richieste. Una situazione pesante, che crea sicuramente un po’ di sfiducia – rimarca la donna – Per questo, non solo servono battute di caccia mirate per cercare di arginare il problema, ma anche la certezza di risarcimenti rapidi e sicuri". 

E tra gli agricoltori che ormai ogni mattina devono fare la conta dei danni causati dai cinghiali c’è anche Alessandro Ferrante, responsabile provinciale della Cia, la Confederazione italiana agricoltori. L’ultimo blitz degli ungulati nei suoi campi situati alla Spezia, nella zona della Pieve? La scorsa notte. "Ormai i cinghiali sono una costante anche in città. 

La presenza del lupo nella parte alta delle nostre colline ha spinto gli ungulati a valle, nelle città, e ne stiamo pagando tutti le conseguenze – dice Ferrante –. Proprio lunedì sera ho visto una famiglia di cinghiali nei pressi della fermata dell’autobus della linea 21, alla Pieve: il maschio è saltato sopra la rete, piegandola in due e permettendo a tutta la famiglia di entrare in un campo coltivato. I risarcimenti? Una miseria rispetto alla fatica e al lavoro degli agricoltori: sono parziali, tengono conto solo del danno da prodotto non commercializzato e non del lavoro svolto dal contadino, e vengono elargiti fino a che non vanno esaurite le risorse stanziate dalla Regione. 

Il Comitato chiamato a decidere sulle richieste di indennizzo, poi, si riunisce una sola volta all’anno. E che dire della regola che obbliga a recintare un terreno coltivato dopo tre incursioni dei cinghiali, pena il mancato riconoscimento dell’indennizzo? Non si può recintare il mondo. Per questo molti agricoltori, ormai sfiduciati, rinunciano a chiedere gli indennizzi. Come Cia – aggiunge Ferrante – abbiamo fatto le nostre proposte per cercare di migliorare una situazione che non è più sostenibile per gli agricoltori: speriamo che vengano accettate".