Castè, laboratorio di architettura Dal Liechtenstein per progettare

Universitari studiano l’assetto per borgo per immaginare un futuro carico di memoria e soluzioni innovative. Così l’iniziativa consolida il nuovo corso del luogo diventato crocevia della socialità vocata all’arte.

Castè, laboratorio di architettura  Dal Liechtenstein per progettare

Castè, laboratorio di architettura Dal Liechtenstein per progettare

Un ’borgo laboratorio’, tra memoria da indagare e futuro da immaginare. Così in questi giorni Castè, in Val di Vara con vista sul Golfo, meta di un’esperienza didattica di alto spessore e dagli approcci integrati: analizzare la sua genesi in rapporto alle antiche attività umane e traguardare una rivisitazione architettonica che faccia tesoro della peculiarità dell’assetto urbanistico per aprirlo a soluzione innovative capaci di valorizzare la funzione di crocevia dell’arte e della socialità intellettuale per la quale il paese è andato caratterizzandosi negli ultimi anni.

A cimentarsi nell’impresa sono 18 studenti della facoltà di architettura dell’Università del Liechtenstein con due docenti uno dei quali, Alberto Alessi, è un profondo conoscitore dei luoghi per effetto della sua seconda dimora a Tramonti e dell’indole esplorativa alla ricerca dei luoghi dell’anima, modellati dall’uomo per rispondere all’antica necessità primaria della sopravvivenza.

"Tale - dice - è Castè: ben si offre per sviluppare l’esperimento didattico proiettato, dopo la raccolta di dati, rilievi e fotografie durante il sopralluoghi, all’elaborazione progettuale".

Come?

"Il processo di progettazione si articola in diverse fasi: esplorazione delle situazioni, delle strutture e dei modi di vita as found; analisi delle narrazioni architettoniche costruite; invenzione a partire dall’inventario degli aspetti materiali e immateriali del luogo".

Concretamente?

"Le storie costruite e vissute di Castè saranno interpretate ricercando e ripensando l’esistente, aggiungendo aspetti attesi e creando nuovi significati.

Sulla base di storie e materiali tipici del territorio si immagineranno usi e utenti potenziali, aprendo nuove possibilità. Le questioni relative alla funzione, al contesto, alla costruzione, al linguaggio e al tempo saranno riflesse, affrontate e infine integrate e tradotte in architettura".

Mostre all’orizzonte per restituire l’esperienza?

"Potrebbe essere. Intanto constatiamo con favore una calda accoglienza e l’orgoglio degli interlocutori a raccontare la memoria del luogo sulla scia delle positive esperienze di cui Castè è stata teatro su impulso di Marco Natale e un bel gruppo di residenti di talento artistico".

Corrado Ricci