Roberta
Della Maggesa
Il Palio racconta ed è per questo che non
finisce mai di stupire e riesce a svelarci ogni volta un tratto del suo volto rimasto misteriosamente nascosto dietro la faccia di una luna apparentemente sempre uguale a se stessa e proprio per questo attesa. Già, perché la sorpresa, per una volta, è stata anche la nostra. Proprio noi de La Nazione, che pensavamo di aver visto tanto, quasi tutto, ci siamo dovuti ricredere. E così abbiamo riscoperto il gusto di scrivere per la novantottesima volta quella storia infinita. Un viaggio bellissimo, il nostro, un cammino durato mesi. Lunghe settimane attraversate raccogliendo memorie. Entrando nel cuore dei quartieri e dei borghi marinari. Incontrando la gioiosità delle ragazze che si sono appena affacciate al mondo della voga, la fierezza delle donne leader dalla lunga esperienza
di militanza per i colori sociali, le cuoche dalle mille ricette della tradizione, le sarte con il pallino della sfilata in costume, le tifose in trepidante attesa di tuffarsi nel mare colorato di una Morin che si rinnova, essa stessa, di anno in anno, mutando nei colori, nelle atmosfere, negli sfottò. Sono loro, le donne del Palio, che più di tutti hanno tenuto e
terranno acceso il fuoco che ci scalda. Lo hanno sempre fatto, rimanendo un po’ nell’ombra. E oggi, grazie anche al volume che regaleremo ai lettori, possono farlo invece con l’orgoglio negli occhi, con il sorriso che non rinuncia al piglio severo di chi ha da fare, mica tempo da perdere con troppi discorsi. Con l’emozione di un ricordo giovanile o esibendo la determinazione necessaria alla durezza del canottaggio. Noi in fondo che abbiamo fatto, ascoltando, guardando, scavando, scrivendo e fotografando? Non siamo stati nient’altro che la cassa armonica prestata alla melodia di un’orchestra che questa volta è, e meritatamente, tutta quanta al femminile. Buon vento, allora, Signore del Palio!