REDAZIONE LA SPEZIA

Cartelli contro i tuffi in grotta "Ma servirebbe un’ordinanza"

Il ragazzo salvato da un ufficiale della Capitaneria: "Opportuno un pannello-monito con la ricostruzione degli incidenti"

"E severamente vietato oltrepassare la delimitazione". La scritta campeggia nei cartelli plastificati di recente collocazione nell’area dei cosiddetto Ambrejo sopra la grotta Byron. Sono affissi alla catenella che unisce alcuni paletti posti da tempo dal Comune di Porto Venere a sostegno dell’altolà. La riproposizione della cartellonista fai-da-te è conseguenza dell’ultimo incidente, risalente a sabato 20 giugno, quando un minorenne si lanciò da 20 metri di altezza e impattò malamente (e dolorosamente) in mare, per poi essere recuperato dai compagni e successivamente trasferito in elicottero al San Martino.

Può bastare a scoraggiare gli azzardi? Quale valore legale attribuire al divieto di "oltrepassare la delimitazione" in mancanza di richiamo ad una norma?

Gli interrogativi si pongono anche alla luce della lettera che il comandante della Capitaneria di Porto Giovanni Stella qualche giorno fa ha inviato al sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani, là dove scriveva, tendendo la mano per collaborare: "La situazione necessita di approfondimenti nella prospettiva dell’emanazione di provvedimenti e azioni volte a scongiurare, già nell’immediato futuro, il ripetersi di spregiudicate condotte che, oltre a mettere in serio pericolo l’incolumità di chi le compie, richiedono l’intervento da parte degli enti preposti soccorso marittimi coordinati dalla Capitaneria di porto".

Della serie: ben ritornino i cartelli ma sarebbe meglio un’ordinanza sindacale.

Ne è convinto chi ha sofferto sulla sua pelle l’azzardo, Andrea Dibari, il giovane di Milano che cinque anni si fratturò due vertebre per un tuffo maldestro e, per sua fortuna, fu recuperato a razzo, mentre annaspava, dall’ufficiale della Capitaneria di Porto Emilio Del Santo che, con la sua canoa, era a godersi il fresco della grotta Byron.

"Credo che per scoraggiare le imprudenze dei tuffi spericolati non bastino i divieti generici non oltrepassare le catenelle. Di sicuro se il divieto è ancorato ad una norma, l’effetto deterrente dei controlli e delle multe si imporrebbe, rendendo il monito più efficace. Ma, da persona che ha vissuto il dramma, penso che possa essere opportuna anche una narrazione degli incidenti pregressi, magari approntando un cartellonista discreta, ben armonizzata con l’ambiente, con valorizzazione dei salvataggi". Avrebbe anche l’effetto indotto del ricordo di chi non è più a questo mondoo per gli effetti devastanti di un tuffo. Andrea intanto rilancia: "Ragazzi non fatevi stregare dal quel luogo magico. E’ insidioso.."

Corrado Ricci