
Carriera alias, scuola ’bocciata’ "Vogliamo solo aiutare un ragazzo"
"Per la scuola non cambia nulla. Anzi speriamo che l’interlocuzione del sindaco con l’ufficio scolastico regionale e con il ministero possa condurre a fare passi avanti nella vicenda". Antonio Fini - dirigente scolastico dell’istituto Capellini Sauro - non si lascia scalfire minimamente dal pronunciamento del consiglio comunale della Spezia arrivato lunedì sera, con cui la maggioranza ha approvato la mozione presentata da Fabio Cenerini sulla gestione delle carriere alias degli studenti in transizione di genere. "L’istituto, come altri in Italia – dichiara il consigliere del gruppo Misto – per affermare le teorie gender, ha preso l’iniziativa di scavalcare le leggi del nostro paese. Il diritto di cambiare nome a una persona può essere stabilito solo dalla magistratura". Perché allora il Capellini Sauro ha permesso ad uno studente di sostituire il proprio nome anagrafico sul registro elettronico con quello elettivo? "Per rispondere al bisogno di un ragazzo", dice convintamente il preside Fini, non certo per fare politica o sostenere un’ideologia. Le carriere alias - attraverso il cambio di nome - permettono (hanno detto i tanti studenti e insegnanti presenti nell’aula consiliare al momento del voto) a un ragazzo o una ragazza che si sentono intrappolati in un corpo sbagliato, di vivere più serenamente la propria identità.
"Non è un capriccio, non è capito un dolore profondo. Venire chiamati Federico quando ci sente Federica, Roberta quando ci si sente Roberto, è una continua sofferenza causata dal vedere non rispettato quello che intimamente si percepisce di essere". "Un’iniziativa che non toglie diritti a nessuno – sottolinea il dirigente scolastico – semmai ne aggiunge. Non siamo assolutamente preoccupati da quanto è accaduto in consiglio comunale".
La mozione Cenerini, approvata con diciotto voti favorevoli contro undici contrari, impegna ora il sindaco Pierluigi Peracchini ad attivarsi immediatamente per "contattare e segnalare l’accaduto al competente ufficio scolastico regionale e al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara perché siano intraprese le azioni necessarie a ristabilire la legalità". "Una pagina buia del consiglio comunale – commenta Marco Raffelli del Partito Democratico – perché episodi analoghi stanno accadendo in tutta Italia, in oltre 200 tra scuole e università, contribuendo a portare avanti un cambiamento che risponde ad un’esigenza vera".
Dello stesso avviso il segretario provinciale dem, Iacopo Montefiori e il consigliere di LealiaSpezia Roberto Centi, per cui la condotta da condannare non è certo quella dell’istituto scolastico ma "quella della maggioranza, rea di essersi distinta per incapacità, preferendo la repressione e la disinformazione alla comprensione dei cambiamenti sociali". Essere nati in un corpo opposto alla propria natura deve essere un dramma terribile, difficilmente comprensibile per chi fortunatamente non si trova a viverlo. I ragazzi dell’ultima generazione, i sedicenni che erano nello spazio riservato al pubblico nell’aula consiliare, non hanno dubbi. "Per la stragrande maggioranza dei nostri coetanei rispettare la vera identità di una persona è una priorità. Proseguiremo questa battaglia e cambieremo la società".
Vimal Carlo Gabbiani