Blindate le calette off limits di Lerici. Cima e boe per l’altolà dalle barche

L’intervento, col concorso del privato, per fronteggiare l’esposizione al rischio delle frane incombenti. Il comandante della Capitaneria scrive ai sindaci per richiamarli alla posa della segnaletica dei divieti

Controlli sulle spiagge a rischio frane (Foto Frascatore)

Controlli sulle spiagge a rischio frane (Foto Frascatore)

Lerici (La Spezia), 2 agosto 2022 - Non bastasse l’altolà contenuto nelle ordinanze della Capitaneria di porto e sindacali, ora ad indurre le barche da diporto a stare alla larga dalle spiaggette sotto il castello di Lerici c’è anche una delimitazione in mare: cima e gavitelli stesi a 200 metri di distanza dalla linea di costa off limits causa frane. L’iniziativa è del privato, il titolare del ristorante Cicillo, in un mix di interessi: quello privato connesso alla fruizione dell’esercizio da parte degli utenti della prima caletta non esposta a frane a margine del sito commerciale, quello a tutela dell’incolumità pubblica a fronte delle frane che, invece, gravitano nelle due calette attigue. Una soluzione funzionale ad evitare accessi e sbarchi dalle unità da diporto e che al tempo stesso si fa monito verso chi intende "conquistare" le calette via terra.

Intanto, con l’estate al suo clou, la Capitaneria di porto - nel solco della sua mission a salvaguardia della vita umana in mare - rinnova il richiamo a non commettere azzardi, compreso quello di non avvicinarsi, via terra e via mare, ai tratti di litorale teatro di frane, già oggetto di specifiche ordinanze di interdizione.

Il distacco della falesia alle Rosse, nell’estate del 2020, è lì a dimostrare il pericolo incombente: alcuni natanti furono sfiorato dai massi. Il monito a stare in guardia passa dall’ottimizzazione della comunicazione dei divieti nautici, fondamento della conoscenza, presupposto della prevenzione. Di qui il recente rinnovo della sollecitazione ai Comuni, da parte del comandante della Capitaneria Alessandro Ducci, a fare la loro parte in applicazione della normativa "terrestre": da quando hanno preso in carico il Demanio, nel 1998, è loro la competenza in ordine all’approntamento della segnaletica. "Ho inviato lettere personalizzate ad ogni sindaco dei comuni costieri interessati al fenomeno delle frane, con richiami ai singoli tratti di costa off limits per motivi di sicurezza. L’invito è a valutare l’istallazione, qualora non si fosse già provveduto, all’installazione di apposita cartellonistica che funga da monito contro gli accessi in violazione dei divieti" spiega il numero uno della Guardia Costiera.

Il problema è che spesso i cartelli di divieto vengono rimossi con atti di vandalismo. E le casse dei Comuni arrancano per dare corso alle sostituzioni. Di qui l’altro strumento adottato dalla Capitaneria di porto, fin dallo scorso anno, dal comandante Giovanni Stella, per prevenire lutti e ferimenti causa precipitare di sassi: un unico provvedimento-guida, con tutte le ordinanze di divieto esistenti, ben 38 esistenti. Queste sono state infatti ritessute in un unico atto di mappatura, con corredo di foto e geolocalizzazioni; tutto a portata di click sul sito della Capitaneria di porto. Lì sono indicate anche le regole da seguire. In corrispondenza di costoni rocciosi è vietata la balneazione, la sosta e l’ancoraggio di tutte le unità navali in genere, la pesca, l’attività subacquea, il transito di persone e di unità navali entro la fascia minima di 30 (trenta) metri, dal piede del costone, se direttamente a picco sul mare, dal bagnasciuga in caso di coste rocciose non direttamente a picco.

Le sanzioni variano: se la violazione é commessa da un’ unità da diporto, scatta la multa da 276 a 1377 euro; per le unità superiori, si va nel penale, con comunicazione alla Procura della Repubblica e previsione di arresto fino a tre mesi o ammenda di 2mila euro.