"Sei straniero, non hai diritto di stare qua"

Bullismo a fondo razziale tra bambini in una palestra: la testimonianza di una mamma

Il ragazzo era stato aggredito da tre minorenni

Il ragazzo era stato aggredito da tre minorenni

La Spezia, 29 gennaio 2019 - Ha ancora la voce rotta dalla rabbia, mentre racconta l’episodio a cui ha assistito e che vuol rendere pubblico tramite le nostre colonne. Irene Vivarelli, insegnante di Arcola, ha vissuto in presa diretta l’ennesimo caso di prevaricazione a sfondo razziale i cui protagonisti, vittima e bullo, hanno un’età di circa otto-nove anni. Teatro della triste scena, uno spogliatoio della palestra di una scuola alla Spezia, dove la donna aveva accompagnato il figlio, che milita in una squadra di pallavolo: "Siamo entrati nella stanza, subito vuota – racconta –, sbagliando posto: in realtà, gli allenamenti erano altrove e dopo esser stata avvisata ho iniziato a rivestire in fretta mio figlio. Nel frattempo sono entrati tre bimbi, di cui uno di colore, e una donna. Erano compagni di una squadra che rientravano dal campo".

Scene di regolare amministrazione in una struttura in cui tante società diffondono quotidianamente la cultura dello sport. Peccato che non tutti la facciano propria. «I piccoli si erano seduti, quando ad un certo punto ho assistito ad un alterco: uno dei tre ha iniziato a prendere di mira il compagno, probabilmente originario dell’Africa, con modi bruschi e lo ha obbligato ad alzarsi e mettersi per terra, quando sulla panca c’era posto per tutti. Aveva modi da kapò e utilizzava, battendo le mani, frasi quali “sloggiare, togliti da lì”, e poi ancora, scandendo le sillabe: “Io vengo dalla Liguria, capito? Liguria, La Spezia, e tu da dove vieni? Capisci cosa ti dico?”. L’altro è rimasto silente, così come la donna, che con mia sorpresa non ha proferito parola".

A questo punto la Vivarelli è intervenuta: "Ero furiosa e ho detto a quel bambino aggressivo che non si trattano così le persone, minacciando di riferirlo alla madre. Credo sia rimasto stupito, e si è girato dall’altra parte senza scusarsi. Come insegnante di Formimpresa, lavoro molto con i colleghi su questi temi, e mi ha lasciata allibita il mutismo dell’altra adulta: purtroppo, spesso certe cose accadono nell’indifferenza".

Dovendo cambiare al più presto palestra, non è riuscita a cercare l’allenatore dei due piccoli atleti: "Ho telefonato al centralino della palestra, mi hanno risposto e chiesto di riferire a loro: non avendo avuto riscontri, vorrei aver la certezza che il messaggio arrivasse. Ci tengo che questo episodio sia portato alla luce: sono rimasta davvero male e mi metto a disposizione del tecnico per riportargli i dettagli della cosa".

Chiara Tenca