Bufera a Porto Venere. Cozzani ai domiciliari. E i carabinieri bloccano il cantiere alla Palmaria

L’ex sindaco e capo di gabinetto della Regione al centro dell’affaire. Sotto accusa anche il fratello Filippo e i fratelli Mirko e Raffaele Paletti. "Ha agevolato in ogni modo la realizzazione dello stabilimento balneare". .

Bufera a Porto Venere. Cozzani ai domiciliari. E i carabinieri bloccano il cantiere alla Palmaria

Bufera a Porto Venere. Cozzani ai domiciliari. E i carabinieri bloccano il cantiere alla Palmaria

È il filone principale dell’inchiesta spezzina, quello che secondo la Procura esemplificherebbe al meglio i rapporti tra l’allora sindaco di Porto Venere e capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, Matteo Cozzani, il fratello Filippo e i fratelli Raffaele e Mirko Paletti, storici titolari del Grand Hotel di Porto Venere. Stiamo parlando del cantiere per la realizzazione dello stabilimento balneare nell’area dell’ex cava Carlo Alberto, sull’isola Palmaria, da ieri posto sotto sequestro per effetto dell’ordinanza firmata dal gip spezzino Mario De Bellis su richiesta della Procura, nell’ambito dell’inchiesta tutta spezzina che vede undici indagati e quattro persone – i fratelli Cozzani e i fratelli Paletti – agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso in corruzione. Nel mirino episodi avvenuti a partire dalla fine del 2021. Secondo il procuratore capo Antonio Patrono e il sostituto procuratore Elisa Loris, Matteo Cozzani si sarebbe impegnato per agevolare la realizzazione dello stabilimento balneare, promuovendo dapprima la delibera con cui la giunta nel novembre 2021 dava parere favorevole all’applicazione di margini di flessibilità del Puc in relazione alle opere previste, e poi approvando – sempre attraverso la giunta comunale – la delibera di rinuncia alla prelazione del Parco sull’area, pochi giorni prima del rogito di acquisto dell’area da parte dei Paletti. Tuttavia questo non è l’unico punto di contatto tra Cozzani e i Paletti. Nel filone d’indagine della procura spezzina c’è anche la vicenda dell’ex scuola Ravecca di Porto Venere, una struttura adiacente al Grand Hotel. Una vicenda che vide, in sede consiliare, la dura presa di posizione delle opposizioni. La procura, nel dettaglio, contesta a Cozzani l’aver fatto in modo di inserire nel bando di gara per la concessione dell’immobile un requisito restrittivo che solo i fratelli Paletti potevano soddisfare, restringendo di fatto il campo di gara e indirizzando il bando. Sulla vicenda, come si ricorderà aveva portato il Comune nell’agosto del 2020 a inserire l’immobile nel piano delle alienazioni, mentre nell’inverno del 2022 è stato lanciato il bando: nello stesso periodo, un gruppo di cittadini aveva presentato ricorso straordinario al presidente della repubblica. Il bando fu assegnato in via provvisoria il 21 febbraio del 2023, due giorni dopo arrivò il sequestro degli atti di gara da parte dei carabinieri forestali. Il gip ieri ha disposto il sequestro dell’immobile.

In cambio, Raffaele e Mirko Paletti avevano offerto "in innumerevoli occasioni" ospitalità alberghiere presso gli alberghi della famiglia a Porto Venere e a Milano, cene e biglietti per le partite di calcio e per il Gran Premio di Formula1, per un valore stimato di oltre 20mila euro; dagli imprenditori anche un aiuto ad aiutare l’espansione commerciale dell’acqua in tetrapack della Of srl, società riconducibile a Filippo Cozzani. Sempre i fratelli Paletti avrebbero proposto a Filippo Cozzani l’entrata in società per la gestione di campi da padel, inserendolo lo stesso anche nel progetto per la realizzazione e la gestione dello stabilimento balneare. Agli atti della procura, anche un finanziamento di 15mila euro dei Paletti all’indirizzo "del partito politico di cui Cozzani era esponente". Per Matteo Cozzani è scattato anche il sequestro preventivo di poco più di 80mila euro.

Matteo Marcello