REDAZIONE LA SPEZIA

"Bomba a orologeria". Sono 350 gli sfratti in attesa di esecuzione. Il Sunia dà la sveglia

Bravo: "Non è scontato poter gestire il malessere su un piano civile". Petizione per mettere a bilancio risorse per costruire nuovi alloggi. e per aiutare chi si trova in una situazione di morosità incolpevole.

"Bomba a orologeria". Sono 350 gli sfratti in attesa di esecuzione. Il Sunia dà la sveglia

Quando riceve le persone, spesso abbattute e scoraggiate, che vengono nel suo ufficio di via Bologna per aiuto o per consiglio, Franco Bravo si sente simile a un sacerdote. "Dopo qualche momento di iniziale imbarazzo si confidano e danno sfogo a tutta la loro angoscia derivante dal fatto di non avere un’abitazione decorosa". Storie che finiscono tutte per assomigliarsi una con l’altra, dove si mescolano fragilità di tipo personale a situazioni di difficoltà economica anche inattese e inaspettate.

"Sul nostro territorio – sottolinea Bravo – ci sono 357 sfratti in attesa di esecuzione, ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza. Non è sempre detto che saremo in grado di gestire il malessere su un terreno civile perché la rabbia è tanta". Il rischio, secondo il Sunia, è che la situazione degli alloggi popolari alla Spezia si trasformi in una bomba a orologeria pronta a scoppiare da un momento all’altro. A fare da innesco sarebbe l’aumento di una situazione di povertà sempre più diffusa, che morde anche strati di popolazione insospettabili. "Molti inquilini delle case popolari hanno uno stipendio dignitoso ma spesso non riescono a far fronte a tutte le spese. Diversi hanno perso l’occupazione, lottano, si arrabattano in mille modi ma poi rischiano di imbucare il tunnel della disperazione". I pasti alla Caritas, gli abiti di seconda mano, l’eliminazione di qualunque cosa sia superflua – anche una semplice serata in pizzeria – e quel pensiero fisso di preservare almeno un tetto sulla testa. "Tetto che sovente – afferma il segretario del Sunia – assomiglia a un colabrodo. E le pareti a delle spugne. Ho il telefono pieno delle foto che mi inviano gli inquilini delle case popolari, purtroppo i problemi sono molti". Così tanti che al momento dell’assegnazione Bravo li accompagna personalmente nelle nuove abitazioni, perché a volte le lenti dell’entusiasmo non fanno vedere muffa, ruggine e perdite d’acqua. Assegnazioni che peraltro secondo il sindacato proseguono molto a rilento. "Al bando del 2023 hanno partecipato 2.418 famiglie che statisticamente sulla base dell’esperienza dell’ultima decade vedranno esaudita la loro domanda in un tempo complessivo di 40 anni. Inoltre Arte ha consegnato dal 2015 a oggi 700 alloggi, spendendo 48 milioni di euro: circa 61mila euro per ogni casa sistemata, francamente davvero un’esagerazione". Il Sunia per far salire il problema in cima alla lista delle priorità della politica ha lanciato una petizione.

"Non possiamo rimanere spettatori inerti. Stiamo raccogliendo le firme dei cittadini intorno a una proposta che preveda la messa a bilancio di risorse che vadano ad aiutare chi si trova in una situazione di morosità incolpevole e degli investimenti per costruire nuovi alloggi popolari e riqualificare quelli già esistenti. E poi una pianificazione degli appartamenti destinati ad affitto turistico". Per il leader Sunia stiamo vivendo una trasformazione inversa a quella di fine Ottocento con lo sviluppo dell’arsenale. "Allora veniva richiamata gente dalle campagne verso il centro, oggi è l’esatto contrario. Dal centro storico il turismo espelle tutto ciò che non è a lui funzionale. Pizzerie, kebab, sushi e affittacamere designano una nuova geografia della città".

Vimal Carlo Gabbiani