
Opportunità garantite da accordi commerciali consolidati, sfruttamento di infrastrutture esistenti e future, sulla cui destinazione d’uso non pendono spade di Damocle né sono in corso dispute, posizionamento logistico, sia in mare, sia rispetto alle infrastrutture ed alla città. Nella partita truck loading spunta un’alternativa che, se da una parte non eliminerebbe il traffico delle chiatte che nei piani di Gnl Italia dovrebbero trasportare autobotti riempite a gas naturale liquefatto dall’impianto di Panigaglia all’altra parte del golfo, dall’altra si candida ad eliminare una serie di criticità prontamente segnalate dall’ampio – e bipartisan – fronte del no alla spola dal rigassificatore a Calata Malaspina, la cui concessione demaniale è stata richiesta all’autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale fino al 2035.
L’alternativa pronto uso – come anticipato ieri dalle colonne del nostro giornale –, potrebbe essere rappresentata dalla Canarbino, società per azioni con sede legale a Milano e base a Sarzana costituita nel 2010, che opera nel settore energetico con un ampio carnet di servizi, dalle consulenze al commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio, del gas ed altre fonti. Una realtà tentacolare, che si articola in due società controllate attive nella compravendita di gas naturale ed energia elettrica all’ingrosso, 13, di cui otto controllate e cinque partecipate, attive nella vendita di gas naturale, energia elettrica e prodotti di efficienza energetica a clienti finali e due operanti nel settore dei servizi. Il piano di questo nuovo attore nella partita che sta infiammando lo Spezzino, con la politica, gli ambientalisti e parte della società civile sul piede di guerra, è di mettere a disposizione banchine pronto uso, posizionate in una posizione più periferica rispetto a calata Malaspina, che potrebbero essere ampliate. Nello specifico, quelle a cavallo fra Fossamastra ed il Canaletto ora in concessione a Tarros ed Lsct, che già vengono utilizzate dalla Canarbino in base ad accordi pregressi. Se le bocche sono cucite nell’azienda presieduta dall’ingegner Aldo Sammartano, le variazioni di servizio insite in un eventuale accordo con questo player dell’energia, in alternativa alla scelta ora sostenuta da Gnl Italia, saltano agli occhi: in primis, una superficie maggiore di accosto a disposizione, già in essere allo stato attuale, ma incrementabile in futuro grazie alle opere di tombamento delle banchine dei due operatori della logistica. Più spazi e più facilità di gestione delle attività nell’arco della giornata, in cui è prevista secondo i piani dell’azienda una movimentazione di 52 autobotti riempite di gas naturale liquefatto al giorno, con un massimo di quattro mezzi pesanti a ro-ro ferry. Lo spostamento ad est farebbe risultare gli approdi più vicini allo snodo autostradale da cui i mezzi terrestri partirebbero alla volta dei distributori di carburante del Nord-Ovest: rotte già rodate dai traffici commerciali esistenti.
Chiara Tenca