FRANCO ANTOLA
Cronaca

Benifei corre per il terzo mandato: "Bruxelles offre l’antidoto ideale contro il rischio di speculazioni"

In prima linea per una difesa comune: "Indispensabile razionalizzare le spese militari dei singoli Stati". Occhi puntati sull’occasione del voto anticipato in Liguria: "Il centrodestra ha fallito. Spero si torni alle urne". .

Benifei corre per il terzo mandato: "Bruxelles offre l’antidoto ideale contro il rischio di speculazioni"

Benifei corre per il terzo mandato: "Bruxelles offre l’antidoto ideale contro il rischio di speculazioni"

Confessa che questo scorcio di campagna elettorale fatta di "abbracci, strette di mano, consigli, tanto affetto e molto dibattito", gli dà "una carica pazzesca". Brando Benifei non è proprio un neofita della politica, a dispetto dell’età: 38 anni, spezzino, eurodeputato al secondo mandato, è attualmente capo delegazione Pd al Parlamento europeo. Relatore del regolamento sull’intelligenza artificiale come membro della commissione parlamentare Mercato interno e protezione dei consumatori (Imco), si occupa anche di affari legali e costituzionali e occupazione. Nel marzo 2024 ha vinto il premio di miglior eurodeputato della legislatura, proprio per il lavoro svolto come co-relatore del regolamento sull’intelligenza artificiale. E’ in corsa per la rielezione nella lista del Pd.

Benifei, quanto potrebbe pesare il terremoto ligure sul voto amministrativo nel caso si andasse alle urne in anticipo per il dopo Toti?

"Spero molto, e spero che capiti presto, perché al di là della vicenda giudiziaria, su cui la magistratura individuerà i responsabili sotto il profilo penale, quello che abbiamo dinanzi agli occhi è l’evidente fallimento politico di chi ha interpretato un modello di potere devastante per i cittadini liguri, dalla sanità ai trasporti, dall’ambiente alla gestione dei fondi pubblici. Gli elettori sapranno trarre le giuste conclusioni".

La maggioranza che regge la Regione sostiene che non ci saranno ripercussioni sulle grandi opere, soprattutto quelle genovesi. Lei che ne pensa?

"Se venissero identificate responsabilità penali dietro alle accuse mosse, credo sarebbe inevitabile una revisione molto approfondita di tutte le opere in corso. Il problema principale è un altro: la Liguria non può restare in ostaggio di questa situazione e ha bisogno di un’amministrazione pienamente operativa anche per la gestione di tutti gli affari correnti".

Parliamo di Spezia. Su quali temi sta insistendo per cercare di contrastare l’avanzata del centrodestra?

"Certamente la sanità, che il centrodestra ha fatto diventare sempre più un privilegio per pochi, poi investimenti in infrastrutture chiave e veramente utili, lavoro e promozione del commercio, del turismo, tutela e valorizzazione del territorio, ma per davvero, non con i mezzi tipici della loro propaganda, fatta di pubblicità e di spot, di tappeti rossi, di lustrini e di paillettes, di cemento e di privatizzazioni".

Lei ha detto, richiamando la Palmaria e il rischio di speculazioni incontrollate, che le norme europee offrono lo strumento per capire quanto questo rischio è reale. Perché non è successo prima?

"I programmi europei contengono condizionalità molto forti, con obblighi di trasparenza finanziaria, sugli appalti, sulla sostenibilità ambientale. La normativa europea, le direttive e i regolamenti sono in continuo adattamento, e i progetti sono sottoposti a audit rigorosi e dettagliati, ma possono avere tempistiche lunghe. Per questa ragione come eurodeputati possiamo utilizzare strumenti quali le interrogazioni parlamentari per fare degli approfondimenti, proprio come ho fatto sulla Palmaria".

Spezia è un importante polo dell’industria della Difesa. Meglio favorire questo comparto, visti anche gli scenari internazionali, o puntare, anche in coerenza con la sensibilità ’pacifista’ di ampie componenti del suo partito, con più convinzione su altri obiettivi?

"Non c’è una dicotomia tra lo sviluppo del comparto della difesa, importantissimo per Spezia, e gli altri obiettivi. Piuttosto, credo che sia necessaria una vera difesa europea, che razionalizzi le spese militari dei singoli stati per raggiungere un’efficienza maggiore e garantire sicurezza ai cittadini. Un’Europa in grado di difendersi, che parli con una sola voce in politica estera è anche un’Europa che può far valere la sua voce nel mondo per costruire la pace e il rispetto del diritto internazionale con la diplomazia. Non vogliamo un’economia di guerra, vogliamo un’Europa garante della convivenza pacifica dei popoli".