
Roberto Marsili, patron di Super Croissant, azienda sarzanese specializzata nella produzione di dolci e prodotti da prima colazione, è un po’ scoraggiato ma deciso a tenere duro in un quadro di emergenza che ha pesantemente condizionato il suo mercato di riferimento, a cominciare da bar e ristoranti, la cui quota più cospicua, oltretutto, è in Lombardia e Piemonte, regioni dove è scattata la zona rossa.
"A inizio anno eravamo partiti bene – racconta a La Nazione – con una crescita del fatturato dell’ordine del venti per cento, poi è arrivata la batosta, coincisa con il primo lockdown, che ci ha fatto scendere da una settimana all’altra a -35,48%, ulteriormente calato, a maggio, al -39. Con l’allentamento delle misure, la scorsa estate, c’è stata una leggera ripartenza, si pensava alla ripresa, invece...". In un’azienda con 35 dipendenti, che si accingono ad andare in ferie forzate, le perdite economiche sono pesantissime. Le linee di produzione – prodotti lievitati, prodotti da lievitare, linea sociale, precotti, pronta cottura in sfoglia, decorati e precotti – sono risultate le più esposte ai provvedimenti restrittivi che hanno colpito ristoranti, bar e alberghi.
"Se va bene, dai 6,2 milioni di fatturato dell’anno scorso – prevede sconsolato Marsili scorrendo ordini e tabulati nel suo ufficio di Pratolino, poco fuori Sarzana – scenderemo a 5,5. Ci spero, anche se non ci credo tanto". Il mercato di Super Croissant srl, azienda nata nel 1983 e dal ‘90 trasferita nella zona artigianale sarzanese, si era significativamente allargato anche in termini qualitativi grazie a quel certificato di ricerca e sviluppo di pasticceria congelata e surgelata – croissant, paste sfoglie soprattutto –, che gli ha consentito di estendere le forniture un po’ in tutta Italia e anche all’estero. "I 35 addetti – ricorda Marsili – sono ancora al lavoro, ma da domani dovranno staccare, per adesso sfruttando le ferie". La speranza è che il mercato si riprenda, ma fra coprifuoco e chiusure anticipate lo scenario non è certo incoraggiante. Oltretutto le chiusure di regioni importanti mi hanno messo nella condizione di non poter più viaggiare per la ricerca di nuove commesse, gli spostamenti ora sono limitati alle zone limitrofe. Un brutto colpo, ma ce la faremo".
Franco Antola