Badanti contagiate: nessuna informazione agli anziani

Non è stato eseguito il tampone né comunicata l’eventuale quarantena. Il caso di una novantenne positiva risolto dopo insistenze

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di Anna Pucci

Sono coloro che più andrebbero protetti dal rischio coronavirus ma evidentemente i protocolli sanitari continuano a mostrare, alla prova dei fatti, lacune. Parliamo degli anziani, quelli che vivono, in normali condizioni di salute, nelle loro case dove, però, hanno bisogno di un aiuto. Tipicamente quello di una badante. Ma se la badante si ammala di Covid-19, come e in quali tempi l’Asl interviene a tutela dell’anziano?

Sono le domande che emergono dall’esperienza diretta degli amministratori di sostegno spezzini. Di tre situazioni incredibili che si stanno verificando in questi giorni ci parla l’avvocato Carlotta Furter. La badante di una coppia di anziani – racconta – è in isolamento dal 25 agosto, positiva al tampone. A oggi nessuno ha fatto il tampone a marito e moglie i quali, nel frattempo, hanno avuto bisogno di un’altra badante che, non essendo convivente, finito il lavoro torna a casa propria. Nessuna comunicazione formale è arrivata sul fatto se i due anziani debbano osservare la quarantena né su come vadano monitorate le loro condizioni di salute.

Altro caso, due sorelle anziane, assistite nelle 24 ore da tre badanti che si alternano. Una di queste badanti, positiva al tampone, è in isolamento dal 4 settembre. E’ stata sostituita da un’altra badante. Anche in questo caso nessuna comunicazione ufficiale è arrivata sul fatto se le due anziane, e le due badanti che si alternavano con quella risultata contagiata, debbano osservare la quarantena e eseguire un tampone. Risultato: le badanti finito il lavoro tornano a casa. La terza situazione, raccontaFurter, si è per ora risolta ma solo dopo che lei stessa, in qualità di amministratore di sostegno, ha battuto i pugni: badante contagiata, positiva al tampone anche l’anziana che vive da sola, di norma autosufficiente ma temporaneamente allettata. Dopo una lunga giornata di telefonate e rimpalli, l’avvocato è riuscita a ottenere prima il ricovero in ospedale e poi il trasferimento in un centro polifunzionale ma a Genova. Perché l’Asl spezzina sembra non avere posti dove ospitare anziani positivi asintomatici che non possano restare a casa soli.

La difficoltà maggiore, per gli amministratori di sostegno, si sta rivelando la mancanza di canali di informazione certi e di protocolli da adottare in casi come questi. Un nodo che l’Asl dovrebbe rapidamente sciogliere.