MATTEO MARCELLO
Cronaca

Spezzini nell’inferno di Istanbul: "Salvi per un piccolo ritardo"

Hanno raggiunto la Moschea Blu per la visita poco dopo l’attentato

Emilio Di Pelino

Porto Venere, 13 gennaio 2016 -  UNO SPEZZINO nell’inferno di Istanbul. A Sultanahmet, il cuore turistico del centro storico della metropoli turca dove ieri mattina un kamikaze dell’Isis si è fatto saltare in aria provocando la morte di dieci persone, c’era anche Emilio Di Pelino. Il consigliere comunale di Porto Venere, ex basco verde del Comsubin, si trova a Istanbul con la moglie: arrivato lunedì pomeriggio per fare visita alla figlia Lucia, che vive e lavora nella metropoli turca, Di Pelino e la famiglia ieri mattina stavano andando a visitare proprio la Moschea Blu, nel cuore del quartiere che ospita le maggiori attrazioni turistiche della città, come il museo Topkapi Palace. E solo per una fortunata coincidenza non si sono trovati nel luogo colpito dall’attentato terroristico, nei pressi dell’obelisco di Teodosio.

LA SUA testimonianza rende il clima che si respira nella città turca: «Nostra figlia è arrivata in ritardo di mezz’ora all’appuntamento in albergo, altrimenti forse ci saremmo trovati in mezzo a quel disastro – spiega Di Pelino, alloggiato con la moglie all’hotel Fuat Pasa –. Avremmo dovuto visitare la Moschea Blu. Non abbiamo sentito l’esplosione, ma appena siamo usciti dalla metropolitana, che dista appena seicento metri dalla piazza, abbiamo capito che era successo qualcosa di grave: elicotteri che dall’alto sorvegliavano la zona, decine di auto camionette della polizia turca che presidiavano la zona, e tante ambulanze, con la gente che si allontanava velocemente dall’area in cui sono situate la Moschea Blu e la Basilica di Santa Sofia. Solo dopo si è sparsa la voce che quanto accaduto era di fatto un attentato terroristico». Il bilancio dell’attacco di Sultanahmet è di dieci morti (tra le quali nove persone di nazionalità tedesca) e diverse decine di feriti. L’area è stata immediatamente isolata dalla polizia.

«NON ABBIAMO avuto paura, ci siamo immediatamente allontanati dalla zona, che nel frattempo è stata chiusa e resa inaccessibile a cittadini e turisti – spiega ancora il consigliere comunale –, ma quanto accaduto ti fa riflettere su come queste cose possano accadere a chiunque, in qualsiasi momento. Immediatamente fuori dal quartiere, tuttavia, la situazione era abbastanza tranquilla, quasi come se non fosse successo nulla: molti non si sono accorti di cosa era accaduto, anche bar e ristoranti erano pieni di turisti, e nel pomeriggio i luoghi turistici erano comunque affollatissimi, non solo di turisti ma anche di cittadini turchi». Di Pelino e la moglie rimarranno a Istanbul ancora per qualche giorno: «Siamo venuti a trovare nostra figlia Lucia, che da tempo vive e lavora a Istanbul assieme al marito, di origini turco-olandesi – spiega Di Pelino –. Il ritorno è previsto nel week end. Tornare prima alla Spezia? Assolutamente no».