MATTEO MARCELLO
Cronaca

Atc, tira vento di sciopero. Nel mirino i tagli ai fondi e la gestione dell’azienda. Ma i sindacati non sono uniti

Giovedì sera in sala Avis la riunione con i lavoratori e i delegati: in molti spingono per la serrata. Per lunedì pomeriggio è atteso l’invio della lettera con l’avvio della procedura di raffreddamento.

Un autobus della linea P, La Spezia-Porto Venere (. foto di repertorio

Un autobus della linea P, La Spezia-Porto Venere (. foto di repertorio

La strada è stata imboccata giovedì sera nella riunione organizzata presso la sala Avis del Favaro, alla presenza di buona parte di lavoratori e delegati sindacali di Atc Esercizio. E porterà – salvo clamorosi ripensamenti – allo sciopero del trasporto pubblico locale. Si va dunque verso lo scontro e la serrata sulla difficile situazione in cui versa Atc Esercizio: non è bastato il cambio di gestione, con l’arrivo del nuovo amministratore delegato Massimo Bellavigna, a rasserenare animi che – tra i lavoratori così come tra molte delle sigle sindacali – da almeno sei mesi paiono molto tesi. Tanto che le motivazioni che hanno indotto allo sciopero sono un po’ la summa delle criticità che gli stessi sindacati di categoria hanno snocciolato nel recente passato. In primis, il taglio dei fondi aggiuntivi per il trasporto pubblico locale, con la Regione che ha operato una vera e propria sforbiciata alla quota da anni spettante al bacino spezzino per riversarla su quello imperiese. Una vicenda che non è piaciuta non solo ai sindacati ma anche a buona parte della politica, e che si è conclusa con un nulla di fatto nonostante l’impegno del consiglio comunale spezzino e le lettere al vetriolo inviate nelle vesti di presidente della Provincia dal sindaco Pierluigi Peracchini. Tagli che hanno avuto ripercussioni immediate e che avranno conseguenze più marcate tra dodici mesi, quando il Cda di Atc Esercizio sarà chiamato a chiudere il consuntivo 2025.

Quello del 2024 si era chiuso con un utile di appena 70mila euro, a fronte di una drastica riduzione dei profitti legati alla bigliettazione, pari a circa 600mila euro; ma la situazione fra un anno potrebbe essere peggiore, per via dei tagli regionali e dell’assenza di ulteriori contributi Covid, tanto che l’ipotesi – secondo i primi calcoli preliminari – è che il 2025 possa chiudersi con una perdita stimata in 500mila euro. Una situazione che a cascata potrebbe portare a una ulteriore riduzione del chilometraggio complessivo – leggi riduzione dei servizi di trasporto locale –, con tutto quello che rischia di seguirne.

Più in generale, poi, viene contestata la direzione aziendale, e nel mirino è finito anche il Comune della Spezia, principale azionista di riferimento. Nel calderone delle rivendicazioni di questi mesi, anche le tantissime partite del ’tavolo sindacale’ rimaste senza soluzione, a partire dallo scontro sul mancato riconoscimento dell’adeguamento delle indennità di ferie a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, che ha portato 255 autisti di Atc Esercizio a presentare ricorso al giudice del lavoro del tribunale della Spezia. La decisione sullo sciopero emersa giovedì sera, al momento, pare certa, anche se al momento non pare aver trovato la piena condivisione sindacale. Se da un lato Cgil e Cobas appaiono le sigle più decise a portare avanti la serrata, la Cisl – l’unico sindacato di fatto non presente con i propri delegati alla riunione organizzata alla sala Avis – sarebbe più orientata a concedere un po’ di tempo al neo amministratore delegato prima di avviare, nel caso, manifestazioni di dissenso.

Basterà attendere questo week end per capire se la manifestazione troverà unitarietà o meno: per lunedì è infatti previsto l’invio della comunicazione di avvio della procedura di raffreddamento – processo obbligatorio che precede la proclamazione di uno sciopero nei servizi pubblici essenziali –, che recherà in calce le firme delle organizzazioni sindacali ’in trincea’. A quel punto, toccherà alla Prefettura mettere le parti attorno a un tavolo nel tentativo di trovare una conciliazione, in difetto della quale le organizzazioni sindacali indiranno la serrata dei mezzi pubblici.