Arsenale, il nodo risorse umane Al lavoro in 482, ne servono 872

La Cgil rilancia la battaglia per l’occupazione con la visita del segretario generale della funzione pubblica "L’ideale sarebbe arrivare a 2.300 dipendenti civili". Ma prosegue l’esternalizzazione dei servizi.

Vedere e toccare con mano per rilanciare la battaglia dell’occupazione e contrastare l’agonia dell’Arsenale sul piano infrastrutturale e delle risorse umane a fronte della caduta libera dei dipendenti civili della difesa: 875 quelli previsti in pianta organico, 482 gli effettivi all’opera. Così ieri mattina la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil Serena Sorrentino e Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria, accompagnati da Diego Seggi (segretario generale Fp Cgil Liguria), Luca Comiti (segretario generale della Cgil della Spezia) e Daniele Lombardo (segretario di organizzazione della Cgil della Spezia) hanno effettuato un sopralluogo all’interno dell’Arsenale militare spezzino. La delegazione ha visitato gli spazi interni delle officine e quelli esterni ed incontrato i lavoratori.

A conclusione della visita, l’acuto della Sorrentino: "A fronte di un fabbisogno ottimale di circa 2300 unità di personale per l’arsenale della Spezia tra ruolo amministrativo, tecnico e operai specializzati, l’organico attuale è di 482 unità e il piano dei fabbisogni 2325 ne prevede solo 875. Il ministero della Difesa ha un ruolo strategico che va tutelato. Le competenze interne di altissima specializzazione stanno andando o sono già andate in pensione e abbiamo bisogno che un bene pubblico come la Difesa sia rafforzato è garantito dallo Stato e non terreno di esternalizzazioni. Servono assunzioni e salari adeguati alle professionalità presenti, La Spezia rappresenta una delle situazioni più critiche dal punto di vista delle carenze organiche che con le sole 42 unità aggiuntive in arrivo non imprimono quella svolta che serve con urgenza. Abbiamo già uno stato di agitazione della Difesa aperto attendiamo concrete risposte è un confronto serrato con il Governo".

"Contestualmente al rilancio delle attività produttive della Base dobbiamo fare in modo che le aree non utilizzate tornino alla città ed al territorio - ha dichiarato Calà - un patrimonio unico nel Mediterraneo, che potrebbe essere utilizzato in modo polifunzionale: strutture per il turismo e la cultura, sedi di start up tecnologiche per l’economia del mare, allargamento dell’Ateneo spezzino, spazi espositivi e congressuali. E’ necessario un grande lavoro di squadra tra attori Istituzionali, a partire dal governo e dalla Regione, associativi ed economici, come sindacati lo chiediamo da anni: il recupero dell’Arsenale per scopi civili e produttivi è un’occasione storica per la città e per il Paese".