Sarà una delle principali aziende internazionali dell’ingegneria a fotografare lo stato dell’arte e valutare quanti denari servono per completare la bonifica dell’area ex Ip. Il Comune della Spezia pochi giorni fa ha affidato alla Wsp Italia, braccio italiano dell’omonima società internazionale, il compito di realizzare gli approfondimenti finalizzati a cristallizzare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica – fermi al palo da oltre dieci anni – e di calcolare la somma necessaria per il completamento delle opere. Una ferita ancora aperta che Palazzo civico, grazie all’apporto finanziario di Regione Liguria, vorrebbe finalmente chiudere: l’accelerazione è arrivata nei mesi scorsi, quando la giunta comunale ha dato mandato agli uffici di avviare l’iter per esercitare il potere sostitutivo finalizzato all’adeguamento della progettazione dell’intervento di bonifica ma, soprattutto, all’esecuzione dei lavori. Opere, queste, che saranno pagate in parte con un contributo di poco superiore ai 6,4 milioni di euro che sarà elargito dalla Regione nell’ambito dei fondi Pnrr destinati dal ministero alla bonifica e messa in sicurezza dei siti orfani, mentre la parte restante sarà ricavata probabilmente dalla cospicua polizza fidejussoria sulla quale è in corso da anni un braccio di ferro a colpi di carte bollate tra lo stesso Comune e l’Immobiliare Helios, innescato proprio dalla decisione di Palazzo civico di escutere la polizza finanziaria che la società proprietaria del compendio – oggi in liquidazione giudiziale – aveva attivato a garanzia dei lavori di bonifica, mai terminati.
Il primo passo di questo percorso intrapreso dal Comune è, appunto, la redazione del piano di caratterizzazione del sito (finanziato sempre dalla Regione; ndr) che permetterà agli uffici comunali di avere contezza dell’esatta dimensione di ciò che è stato fatto e di quello che deve essere ancora realizzato per il risanamento dell’intero compendio. Sulla carta, risulterebbero ancora da completare le attività di bonifica nei sub distretti 4, 5 e 11.
Il Comune, con la collaborazione di Arpal, nei mesi scorsi aveva stimato tra gli 8 e i 10 milioni di euro la somma necessaria per completare i lavori, ma lo studio della società con sede a Torino sarà senz’altro più esaustivo e preciso nell’individuare quanto serve per risanare l’area. Kristopher Casati, assessore comunale all’ambiente, parla di “risultato straordinario, perché abbiamo sbloccato una vicenda lunga decenni. Era il 1985 quando Eni lasciò La Spezia rendendo inattiva l’area compresa tra Fontevivo e Antoniana. I primi lavori partirono nel 2007, per poi arenarsi nel 2013. Dopo 10 anni, finalmente mettiamo un punto alla lunga vicenda che da troppo tempo è rimasta irrisolta. Grazie alla Regione Liguria e all’assessore Giacomo Raul Giampedrone per aver messo a disposizione le risorse per realizzare la bonifica; Attraverso l’attivazione dei poteri sostitutivi, ci sostituiremo al privato, agendo direttamente per la bonifica delle aree. Un grande lavoro, una battaglia di carte per l’ambiente vinta con impegno e sinergia per i nostri cittadini”.
Matteo Marcello