REDAZIONE LA SPEZIA

Anche la famiglia Sansa nel tunnel del Covid

Saturimetro al dito, fa post su Fb: "Vi racconto il virus dal letto". E poi l’affondo: "Liguri tracciati? Balle. Immuni? Fantascienza"

Dopo aver dato battaglia per sostenere la sanità pubblica in campagna elettorale, Ferruccio Sansa torna a parlare di tracciamenti e prevenzione. Ma questa volta lo fa in prima persona. L’ex candidato alla presidenza della Regione, ora capo dell’opposizione, dopo aver annunciato nei giorni scorsi la positività di uno dei suoi tre figli al coronavirus, accusa forti sintomi riconducibili al Covid. E dopo aver provato invano a chiedere alla Asl quali comportamenti tenere in questa situazione e a segnalare la situazione del figlio per la app Immuni senza aver alcun riscontro, ha affidato a Facebook un duro messaggio.

Da una prospettiva che ben evidenzia il problema in tutta la sua gravità, come riassunto dal titolo del post: ‘La realtà sul Covid, vi racconto il virus visto dal letto’, corredato da una fotografia assai eloquente sul suo stato, con il saturimetro al dito. La rete come ultima spiaggia, dopo essersi scontrato per giorni con una situazione kafkiana: un contesto che fa da cartina al tornasole rispetto alle inefficienze del sistema in questa nuova fase dell’epidemia. "Non è certo colpa di chi lavora nelle corsie, di medici e infermieri. Anche per loro si preparano mesi terribili di pericolo e fatica. Consola sapere che altre centinaia di persone in Liguria oggi sono nella nostra stessa situazione. Nella stessa solitudine. Gente che non fa il calciatore e non può fare migliaia di tamponi ogni weekend. Gente che non si chiama Trump, Berlusconi o Briatore e sa di poter contare su scorte di Remdesivir (farmaco usato nella cura del Covid, ndr.) come Dom Pérignon. Ma se io faccio un post magari qualcuno interviene. Ma tanti altri che sono davvero soli che cosa possono fare?". Queste le conclusioni riguardo la vicenda, da lui narrata punto per punto, che parte dalla febbre del figlio 15enne, poi risultato positivo, e va avanti fra tamponi effettuati a tutta la famiglia, tracciamenti non fatti, mancate segnalazioni a chi ha avuto interazioni con il ragazzo – scuola, palestra, calcio, scout –, l’impossibilità di comunicare il responso delle analisi per utilizzarlo con la app Immuni, il medico di famiglia unico sanitario che prova a dar suggerimenti, i telefoni che squillano a vuoto, la paura di avere il Covid, nonostante il tampone negativo, per via dei sintomi che fanno pensare al virus. "Che fare? Non voglio scorciatoie. Voglio seguire il percorso di un cittadino qualsiasi. Allora chiamo la Asl. Una, dieci, venti volte. Il centro Covid non risponde. Il centralino allarga le braccia: ‘Mi spiace, è un disastro’. Il numero verde della Regione non esiste più. C’è solo il 112. Lo faccio?".

Sono le frasi che testimoniano questa lotta ai mulini a vento capitata al giornalista oggi politico e comune a tanti altri cittadini meno noti. "I medici – ci spiega, dopo che lo abbiamo contattato al telefono – fanno tutto il possibile. Il problema è che ho provato ad avvertire la Asl, a segnalare i contatti che mio figlio ha avuto, ma niente. E poi, a cosa serve Immuni, che tutti abbiamo, se non raccolgono queste informazioni? Cosa dobbiamo fare in casa? Io sono negativo, ma ho la febbre alta, non sento gli odori, sto male. Un altro figlio è negativo, l’altro non si sa e mia moglie aspetta da giorni l’esito del tampone: come dobbiamo fare la quarantena?". Immediata la replica dell’Asl 3: "Nel caso rappresentato dal consigliere Ferruccio Sansa risulta siano state espletate tutte le procedure previste dai protocolli, che prevedono la presa in carico della persona positiva al tampone, l’intervista per raccogliere informazioni sulla storia clinica e gli eventuali ulteriori contatti stretti del caso".

Chiara Tenca