REDAZIONE LA SPEZIA

Amianto nelle centrali Telecom No all’archiviazione dell’indagine

Lo ha deciso il gip De Bellis che ha accolto l’opposizione del sindacato Snater attraverso l’avvocato Andrea Buondonno

L’indagine sulla presunta esposizione dei lavoratori all’amianto nelle due centrali Telecom di via Monfalcone 41d a Rebocco e in via del Santuario 8 a Riomaggiore, deve proseguire. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale della Spezia Mario De Bellis, che ha accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dallo Snater, il sindacato dei dipendenti del settore telecomunicazioni, in qualità di parte lesa, rappresentato dall’avvocato di fiducia Andrea Buondonno. Questo in seguito alla richiesta di archiviazione del procedimento penale contro ignoti, che era stata formulata dal pubblico ministero Alessandra Conforti. La svolta si è avuta perché il gip ha riconosciuto ammissibile la richiesta di nuove indagini per accertare se c’è stata effettivamente esposizione all’amianto nelle due centrali Telecom di Rebocco e di Riomaggiore.

Il sindacato Snater, attraverso l’avvocato Buondonno che sin dall’inizio ha seguito la pratica, aveva presentato due denunce, poi riunite in una, relative alla situazione di esposizione ad amianto dei lavorati Telecom-Tim operanti nei due edifici.

Il giudice De Bellis ha rilevato come non risulti alcuna indagine sull’edificio Telecom di via del Santuario a Riomaggiore, mentre invece per la centrale di via Monfalcone a Rebocco, la polizia giudiziaria incaricata delle indagini, nello specifico l’Asl 5, ha riferito di "miglioramenti della situazione preesistente ma abbia eluso il termine della questione, ovvero se vi sia stata esposizione all’amianto da parte dei lavoratori e se ne siano derivate malattie professionali come l’asbestosi".

Il gip ha ritenuto che al fine di raggiungere la più assoluta completezza delle indagini, sia necessario procedere ad investigazioni tecniche che accertino se vi sia stata esposizione all’amianto dei lavoratori dei due edifici, disponendo che la procura proceda ad ulteriori indagini, fissando per il loro compimento la data del 31 dicembre 2022. Gli atti, pertanto, sono stati restituiti al pm.

M.B.