"Altolà alla permanenza" Il Comune è contro i vivai

Osservazioni alla concessione temporanea rilasciata dall’Autorità portuale. Lo slittamento è scattato nelle more dello studio per la ricollocazione dei vivai

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Fosse per il Comune di Porto Venere – una volta tanto con condivisione di intenti tra a maggioranza e opposizione – lo specchio di mare in prossimità di punta Pezzino avrebbe dovuto essere liberato da tempo dall’impianto di itticoltura, lì presente da 35 anni. Questione di contrasto con la variante al Piano urbanistico risalente al 2005, rilanciata già nel 2021 come elemento di sbarramento alle proroghe della concessione demaniale al cui rilascio è titolata l’Autorità di sistema portuale. L’atto in questione è tornato in questi giorni a costituire l’ancoraggio delle "osservazioni" del Comune di Porto Venere avverso la nuova decisione dell’Asdp - risalente alla fine del 2022 - di accogliere l’istanza della società Piscicoltura che gestisce l’impianto di permanere in sito alla luce dello studio in corso per traguardare la ricollocazione.

Già in regime di proroga dal giugno scorso, alla scadenza di questa, alla fine dell’anno 2022, era infatti scattato un nuovo slittamento, con apertura contestuale della fase di evidenza pubblica per permettere ai contrari di rendere note le loro ragioni. Lo ha fatto il sindaco Matteo Cozzani con una nota che rilanciai pregressi rilievi: "L’impianto provoca nella baia delle Grazie effetti negativi indubbi sull’assetto del territorio costiero" le cui previsioni d’uso urbanistico contemplano il recupero. Il termine ultimo per presentare osservazioni, o istanze concorrenti, scade il primo febbraio. Si aprirà poi la fase delle valutazioni dell’Autorità si sistema portuale. Allo stato degli atti concessione temporanea è connessa alla necessità di sciogliere il nodo della ricollocazione degli impianti e delle certezze sul futuro, presupposto degli investimenti. Ancor prima si impone la tutela del lavoro: 25 occupati diretti.

Quanto alla prima prospettiva ora c’è un punto nella carta nautica: è posto a 2 miglia a sud ovest dell’isola del Tino, là dove il fondale, per effetto di uno scalino, passa velocemente da 30 a 40 metri di profondità. E là dove potrebbe svolgersi, attraverso un impianto ad immersione non visibile alla vista, l’attività operativa della Piscicoltura (sede lega a Roma, parte integrante del Gruppo Del Pesce che gestisce impianti anche a Gaeta, Follonica, Orbetello e Licata). Risale al 7 settembre scorso la comunicazione ad Adsp resa dal Settore Politiche Agricole e della Pesca in merito "allo studio per l’individuazione di nuove aree idonee all’acquacoltura off shore nel Golfo della Spezia" che porta a sud del Tino. In pista, per le analisi ambientali e di compatibilità, Arpal e Università di Genova.

Corrado Ricci