Premiata sul red carpet a Venezia l'infermiera grossetana che raccontò l'inferno del covid

Alla Mostra del Cinema anche Alessia Bonari

Alessia Bonari a destra nella foto che fece il giro del mondo. A sx sul red carpet

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Grosseto, 5 settembre 2020 - Non è una diva del cinema ma ha raccolto i consensi in mezzo mondo. Ed è stata celebrata da giornali e riviste. Alessia Bonari, l'infermiera grossetana che nei giorni tremendi della pandemia da covid, a inizio marzo, postò su Instagram una foto di lei dopo un duro turno di lavoro, è stata premiata alla Mostra del Cinema in corso a Venezia.

Un premio per lei, che lavora a Milano e che ha ricevuto migliaia di messaggi da tutto il mondo dopo quella foto. Si tratta del Premio Diva e Donna, un riconoscimento speciale nell'ambito dei giorni della Mostra. La foto di quel 9 marzo ha raggiunto un milione di like.

Un volto, quello di Alessia, che è diventato il volto di tutti gli infermieri scesi quotidianamente in trincea per strappare alla morte i pazienti nei giorni terribili del contagio. "Grazie Venezia per tutto l’affetto ricevuto ma soprattutto grazie alla mia Italia", scrive Alessia proprio su Instagram. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Sono i un'infermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria. Ho paura anche io, ma non di andare a fare la spesa, ho paura di andare a lavoro. Ho paura perché la mascherina potrebbe non aderire bene al viso, o potrei essermi toccata accidentalmente con i guanti sporchi, o magari le lenti non mi coprono nel tutto gli occhi e qualcosa potrebbe essere passato. Sono stanca fisicamente perché i dispositivi di protezione fanno male, il camice fa sudare e una volta vestita non posso più andare in bagno o bere per sei ore. Sono stanca psicologicamente, e come me lo sono tutti i miei colleghi che da settimane si trovano nella mia stessa condizione, ma questo non ci impedirà di svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Continuerò a curare e prendermi cura dei miei pazienti, perché sono fiera e innamorata del mio lavoro. Quello che chiedo a chiunque stia leggendo questo post è di non vanificare lo sforzo che stiamo facendo, di essere altruisti, di stare in casa e così proteggere chi è più fragile. Noi giovani non siamo immuni al coronavirus, anche noi ci possiamo ammalare, o peggio ancora possiamo far ammalare. Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena, devo andare a lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favore.

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