Venator al punto di svolta: "Sei mesi di cassa integrazione. E’ una sconfitta per tutti"

Il Pci "Colline Metallifere" bacchetta la Regione: "Lo stoccaggio per i gessi adesso c’era. In tutti questi anni la politica del territorio ha cercato soltanto di mantenere le poltrone".

Sei mesi. E’ questa, sembra, la richiesta di cassa integrazione avanzata da Venator alla Regione. "È una vergogna – tuona il Pci delle Colline Metallifere – che siamo giunti a questa situazione che crea ancora incertezza sul futuro di lavoratori, famiglie e incide pesantemente sull’economia della zona. Un’incapacità nel dare risposte che è stata condizionata da una politica il cui interesse è stato esclusivamente quello di mantenere il consenso e le poltrone, mettendo in secondo piano i bisogni reali del territorio e dei cittadini come lo è il lavoro". Secondo il Pci "ritardi così esagerati nel dare risposte ed assumersi responsabilità sono ingiustificabili, considerando anche che con gli attuali strumenti scientifici sono in grado di studiare, valutare tecnicamente la situazione per assicurare compatibilità in tutti i campi. Ed invece siamo ancora fermi e l’unica certezza è quella che l’attività, l’unica in Italia, come è unico il polo industriale dell’area di Scarlino, si è fermata causando danni nell’immediato ai lavoratori e all’indotto". Nel vuoto l’appello del comune di Scarlino che con il lavoro della sindaca Travison ha individuato un’area di stoccaggio temporaneo. "Serve un’azione collegiale su questa vicenda – aggiunge il Pci – che non può e non deve diventare l’ennesimo campo di scontro per le prossime elezioni amministrative ma dovrebbe essere collante per unire in una sola voce istituzioni e forze politiche nell’interesse comune del lavoro e del futuro del comprensorio. Con la cassa integrazione si rinvia ancora tutto e chissà che poi nel futuro l’azienda non vada poi verso scelte più drastiche sull’impianto". "Quei soldi della cassa integrazione, soldi dello Stato e di tutti, potrebbero e dovrebbero essere utilizzati per garantire la ripresa del lavoro e della produzione – chiude il Pci – che garantisce anche la tenuta dell’indotto e del sistema economico nel suo complesso oltre che a dare dignità alle decine di occupati".