
Conclusa la fase di inserimento in natura di una specie che resta a rischio. Ricci (Fipsas): "L’obiettivo è preservare e rafforzare queste popolazioni,. ormai rare e minacciate da pratiche dannose come il bracconaggio".
Concluso l’intervento di ripopolamento di alcuni torrenti maremmani, operazione fondamentale per la tutela delle risorse ittiche locali. Sono stati rilasciati circa 50.000 avannotti di trota, un’attività che si ripete ogni anno grazie alla collaborazione della Fipsas guidata da Giampaolo Ricco con l’Ufficio Agricoltura della Regione Toscana di Grosseto, i volontari della Libera Pesca di Santa Fiora e le autorità locali.
"L’obiettivo – spiega Ricci – è preservare e rafforzare le popolazioni di trota, ormai rare e minacciate da pratiche dannose come il bracconaggio. Non solo, anche le interruzioni delle acque da parte dell’Enel nei torrenti di montagna rischiano di prosciugare tratti di fiume e concentrare i pesci in poche buche vulnerabili ai predatori e ai bracconieri. Un problema che, se non affrontato, potrebbe compromettere anni di lavoro di tutela ambientale".
L’intervento ha visto la partecipazione di quattro volontari della Fipsas, supportati da due agenti della Polizia provinciale e da sei mezzi.
"Le operazioni di rilancio – prosegue Ricci – sono state effettuate in zone protette come le Sorgenti della Nova, del Meleta, del Vitozza e del Lente, aree di difficile accesso per i bracconieri e soggette a divieti di pesca. Durante le operazioni, sono stati effettuati campionamenti empirici di cattura e rilascio di trote di varie dimensioni".
Il problema del bracconaggio rimane un aspetto preoccupante, difficile da arginare e che avanti ormai da decenni. "Negli anni del dopoguerra era dettato dalla necessità – spiega Ricci –, oggi si è trasformato in un’attività illegale motivata dal profitto. L’habitat fluviali insomma è sempre più sotto scacco".
Anche dal punto di vista della vigilanza, i torrenti e i fiumi grossetani soffrono di un deficit di guardie. "L’attività di vigilanza è sostenuta da nove agenti volontari di vigilanza venatoria della Fipsas, ma si auspica un incremento di personale – dice ancora Ricci – per supportare meglio la Polizia provinciale, che conta pochi agenti e fa miracoli con risorse limitate".
"Un ringraziamento speciale – continua Ricci – va al coordinatore Giancarlo Marinelli, a Rachele Marinelli, al geometra Paolo Giusti, alla dottoressa Benesperi della Provincia e alla dottoressa Debora Biliotti della Regione Toscana, per il loro impegno quotidiano e il supporto costante".
L’obiettivo della Fipsas e degli altri attori che lavorano costantemente per mantenere in buona salute i nostri corsi d’acqua è quello di riportare le acque della montagna ai fasti di qualche decennio fa. La speranza è di continuare su questa strada, coinvolgendo anche le Guardie delle Vie Cave e le forze di Viterbo e Lamone, affinché queste iniziative possano ripetersi e rafforzarsi nel tempo.
Nicola Ciuffoletti