Tommaso, il nuovo Cracco maremmano in terra fiorentina: "In cucina serve amore. E voglia di stupire"

Il 27enne chef grossetano riceverà domani il premio nazionale "Giovane dell’Anno"

Sulla destra Tommaso Verni, 27 anni: riceverà il premio come "Giovane dell’Anno"

Sulla destra Tommaso Verni, 27 anni: riceverà il premio come "Giovane dell’Anno"

Grosseto, 8 ottobre 2014 - IL FUTURO della grande cucina italiana passa anche da Grosseto. E precisamente dalle mani e dalla passione di un giovane maremmano che nella ristorazione ha deciso di investire il suo tempo e il suo entusiasmo. Lo chef in questione è Tommaso Verni, ventisettenne nato e cresciuto a Grosseto, ma affermatosi ai fornelli fuori dai confini della Maremma. A Calenzano lo chef grossetano ha aperto il ristorante “ Le Tre Lune” assieme ai soci Matteo Lorenzini di Siena e Ilaria Di Marzio di Firenze. Pietanze, novità, idee ed odori non sono passati inosservati al gotha della ristorazione italiana, ed infatti domani Tommaso Verni ed i suoi soci riceveranno alla Stazione Leopolda di Firenze il premio « Giovane dell’anno » , un riconoscimento che viene assegnato ogni anno dalla Guida dei ristoranti de L’Espresso al migliore chef emergente italiano. A premiarli ci sarà Enzo Vizzari, direttore della guida dei ristoranti de L’Espresso che ha delineato sul settimanale il quadro del futuro in cucina, scegliendo 12 chef che rappresentano altrettante promesse per la cucina italiana. Tra questi appunto, un cuoco di Grosseto.

Dalla Maremma a Calenzano. Come è nata questa avventura? « Tutto è nato nel ristorante La Leggenda dei Frati, a Castellina in Chianti, dove ho lavorato per sei anni e dove ho conosciuto il mio attuale socio Matteo Lorenzini. Lui veniva spesso a cena ed è nata un’amicizia che ci ha portato poi ad aprire Le Tre Lune a Calenzano, dove mi sono trasferito circa un anno e mezzo fa » .

Da dove parte la sua storia con la cucina? « Sono nato e cresciuto a Grosseto dove ho fatto la scuola alberghiera. A 18 anni sono andato via, ho fatto diverse stagioni estive poi però ho cambiato vita. Una svolta dovuta soprattutto all’influenza che ha avuto in me il mio maestro, Filippo Saporito. Mi ha insegnato tanto, ho visto l’amore che metteva nel proprio lavoro. Una cosa che a Grosseto non avevo mai visto. Con lui a La Leggenda dei Frati ho scoperto una nuova entità della cucina che non mi avevano mai insegnato a scuola. Come usare al meglio gli attrezzi, come abbinare gli ingredienti. Mi sono innamorato della cucina ed ho scoperto un mondo nuovo, ben lontano da lavorare in cucina in un bagnetto sul mare » .

Giovedì riceverà un premio importante. « Sono onorato, è un premio molto ambito. Dopo la Michelin, in Italia la Guida de L’Espresso è la più importante. Abbiamo conosciuto Enzo Vizzari quando è venuto a mangiare da noi senza preavviso. E’ stato un treno che abbiamo preso al volo » .

Per cogliere l’attimo lei è andato via da Grosseto. ​« Grosseto offre poche occasioni per i giovani chef. Qui non c’è la conoscenza del mangiare bene, quando provi ad abbinare ingredienti particolari la gente è restia, la Maremma è una piazza difficile ma non impossibile. Sarebbe bello tornare a Grosseto e fare qualcosa di importante » .