ARCIDOSSO
I recenti risultati della tornata referendaria ad Arcidosso hanno acceso il dibattito locale, evidenziando profonde divisioni tra le forze politiche e la percezione dei cittadini. Guendalina Amati, consigliera di Fratelli d’Italia, ha definito il voto un fallimento politico della sinistra, criticando la scarsa partecipazione e il fallimento nel rispondere alle esigenze del territorio. In particolare, l’attenzione si è concentrata sul quesito riguardante la concessione della cittadinanza dopo cinque anni agli stranieri, bocciato dal 45% di chi è andato a votare. "In Maremma – commenta Amati - l’affluenza è stata la più bassa di tutta la Toscana con appena il 31,46%. Nell’Amiata ancora peggio: 30,75%, con Seggiano al 25,11%, Arcidosso al 29,75% e Castel del Piano al 29,66%. Solo ad Arcidosso, le prime schede quattro registrate hanno in media 746 "sì" contro 115 "no", ma sulla cittadinanza la storia cambia: 477 "sì" e ben 392 "no". Questo significa che il 45% (la seconda percentuale più alta in provincia, dopo Seggiano con il 47%) ha votato contro la proposta, e soprattutto che il 70% degli aventi diritto non si è nemmeno recato alle urne". "La cittadinanza facile - conclude Amati - non piace nemmeno a molti di coloro che si dichiarano di sinistra. Evidentemente perché nei nostri territori, dove la presenza di stranieri è ormai molto consistente, le persone vedono con i propri occhi le difficoltà quotidiane e si aspettano soluzioni, non slogan ideologici". Per Amati, questa bocciatura rappresenta un chiaro segnale di insoddisfazione verso le politiche di accoglienza e integrazione, che secondo lei non rispondono alle reali esigenze di sicurezza e coesione sociale dei cittadini. Dall’altra parte, il sindaco Jacopo Marini preferisce rispondere con una lunga lettera alla consigliera. Il primo cittadino non cade negli slogan e sottolinea come il fenomeno migratorio sia un processo inevitabile e complesso, legato alle trasformazioni economiche e sociali dell’Occidente. Evidenzia che l’immigrazione rappresenta una risorsa fondamentale per il tessuto produttivo locale, soprattutto nel settore agricolo e turistico, e che la presenza straniera, se gestita correttamente, può contribuire alla vitalità della comunità. "Oggi, Amati, lo sa bene, - ribadisce Marini - la nostra economia rurale entrerebbe in crisi se non ci fossero nelle vigne, nei boschi e negli uliveti tanti lavoratori che lei definisce stranieri. Provi a domandare a tante aziende agricole come farebbero a produrre le nostre eccellenze senza il contributo e le capacità di questi stranieri". Il primo cittadino invita a superare le semplificazioni ideologiche adottate da Amati, puntando su politiche di integrazione basate sulla collaborazione tra cittadini italiani e stranieri. Altro risultato che salta agli occhi: il quasi 45% di no, sempre sul quesito della cittadinanza, registrato a Monterotondo, unico comune in cui è stato superato il quorum.
Nicola Ciuffoletti