Superbolletta da 240mila euro Aziende in crisi per i costi energetici

La lavanderia industriale Picchianti e l’associata Chi-Ma Florence hanno 150 dipendenti e ora sono a rischio. I titolari: "Serviamo il 30% degli alberghi in Toscana: ma a queste cifre non reggeremo tre mesi"

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Duecentoquarantamila euro. Di bolletta del gas: da pagare entro il 23 settembre. E’ stata recapitata alla "Chi-Ma Florence", che ha sede a Scarperia, e che ha l’appalto di lavaggio e stiratura biancheria dalla Picchianti Srl, una lavanderia industriale che opera ad Orbetello. Una bolletta che rischia di mettere in ginocchio due aziende floride, distinte ma che insieme fanno "gruppo". A spiegare quello che sta accadendo è Giuliano Picchianti, titolare dell’omonima azienda. "La Chi-Ma ha il 100% della nostra produzione (mentre noi copriamo il loro 50%): per noi lavorano con lavaggio, stiratura e confezionamento, circa 500 quintali, insieme, di biancheria al giorno". La Picchianti e la Chi-Ma, per capirsi, servono il 30% delle strutture ricettive in Toscana (1.500 clienti) e danno lavoro a 150 dipendenti. Senza dimenticare tutto l’indotto. Oggi però il titolare, un imprenditore che ha reso l’azienda florida e in salute, deve fare i conti con altro. Con i rincari sproporzionati che stanno mettendo in ginocchio un Paese intero. "La fattura del metano è sei volte superiore a quello che abbiamo pagato lo stesso periodo del 2021 – aggiunge Picchianti – senza dimenticare che ora ci aspetta anche la mazzata dell’energia elettrica. Un costo che si aggira intorno agli 80mila euro". Picchianti non ci gira troppo intorno: "Si tratta di costi insopportabili anche per aziende floride come le nostre. Questa bolletta supera il 50% del nostro fatturato, ma con il costo del personale e le altre bollette energetiche, si rischia di sfiorare l’80%. In questo modo andiamo in perdita netta e non potremo sopportare a lungo la situazione. A queste cifre non reggeremo tre mesi".

Un grido d’allarme serio e circoscritto: "Da noi dipendono circa 150 famiglie e la Picchianti e la Chi-Ma vanno avanti in modo sereno perché si aiutano. Esiste un volume di affari che supera i 10milioni annui e che serve 1.500 clienti". Quegli stessi clienti che in queste settimane hanno già fatto sapere, se i costi dell’energia non scenderanno, che saranno costretti a chiudere. E una china che non pare arrestarsi.

"Da gennaio ad oggi abbiamo subito una serie di aumenti importanti che fortunatamente, grazie alla nostra azienda, abbiamo assorbito. Ma adesso non è più così. Con queste bollette stratosferiche non ce la faremo neppure noi. Bisogna ricordarsi che la nostra azienda è sanissima, assume, ed è in espansione, ma non possiamo più pagare il gas metano a 3 euro quando prima era a 19 centesimi". Poi chiude: "Siamo sull’orlo di una bomba sociale, se il Governo non mette le mani su questa situazione andremo incontro ad una situazione esplosiva e vanificheremo il lavoro fatto negli anni". "La situazione è drammatica – ha aggiunto Pietro Chirico, titolare di ‘Chi-Ma Florence’–. Da due anni ho perso 10 milioni di fatturato, ma con molti sacrifici siamo rimasti in piedi. Adesso è difficile, la clientela come la nostra non riuscirà ad assorbire questi aumenti e il rischio è del default completo".

M. Alf