"Simonetta si fidava di Adriana"

Processo per l’omicidio di Riotorto, sentita un’amica di famiglia: "I rapporti erano buoni, me ne parlava bene"

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"Simonetta mi parlava bene della nuora, diceva che era una brava ragazza per seguire i tre figli e per curare la casa e che si dava da fare sempre nonostante le difficoltà".

Ieri al processo per la morte di Simonetta Gaggioli, è stata sentuta un’amica di famiglia, Velia Cristallini. Una testimone citata dalla difesa composta dall’avvocato Francesco Nardini e Eleonora Goti di Follonica. L’amica di Simonetta ha riferito che al di là di qualche piccolo litigio come può avvenire in tutte le famiglie, in realtà, per quello che le confidava Simonetta, c’era un buon rapporto con la nuora brasiliana, moglie del figlio Filippo Andreani che vivevano insieme in un appartamento preso in affitto a Riotorto.

La difesa ha chiamato a testimoniare anche un’assistente sociale che seguiva la situazione della famiglia. Una situazione ’monitorata’ per tutelare i tre piccoli da problemi economici che avrebbero potuto mettere a rischio la loro naturale crescita e sviluppo. L’assistente sociale ha spiegato che Simonetta Gaggioli era un punto di riferimento per loro e anche per tutta la famiglia in quanto consentiva, con la sua presenza e il suo assegno mensile della pensione, di evitare interventi di distacco dei bambini dall’ambiente familiare. Distacco che è avvenuto dopo la morte di Simonetta. Ora i tre figli vivono in una casa famiglia e incontrano il padre due o tre volte alla settimana e settimanalmente hanno anche videochiamate con la mamma Adriana che è detenuta in carcere a Sollicciano da oltre un anno, pur non essendo ancora stata giudicata colpevole.

Tutte queste testimonianze, come altri elementi, fanno notare i legali difensori di Adriana Gomes, mettono in evidenza come non ci sarebbe stato nessun motivo per pensare di uccidere Simonetta Gaggioli con un’overdose di farmaci: per tutta la famiglia era l’unico sostentamento economico. In effetti non è neppure ipotizzabile un omicidio per beneficiare dell’eredità, in quanto Simonetta Gaggioli aveva consumato tutti i suoi beni e risparmi per la famiglia del figlio e le rimaneva solo la pensione da ex funzionaria della Regione Toscana. Come ha ammesso Adriana Gomes in aula, il fatto di aver nascosto il cadavere della suocera è stato un grave errore: "Ho perso la testa – ha detto – perché ho pensato che senza di lei non avremmo più avuto la pensione e ci avrebbero tolto i figli. Ho nascosto il corpo solo per continuare a prendere i soldi, ma non l’ho uccisa io, non avevo nessun motivo per farlo".

E ora dopo la fase istruttoria di sarà la discussione con le arringhe dell’accusa e della difesa. Il prossimo appuntamento è stato fissato in Corte d’Assise per il 12 luglio.

Luca Filippi