
L’oscurità della sera che avvolgeva Fonteblanda è stata all’improvviso mitigata dalle luci dei lampeggianti delle ambulanze, delle auto di carabinieri, Polizia stradale, Polizia municipale, dei mezzi dei Vigili del fuoco e poi anche quelle di Pegaso che doveva atterrare all’interno del campo sportivo. Ma erano tutte luci che nessuno avrebbe voluto vedere, perché hanno fatto calare un buio cupo, pesante, colmo di incredulità e dolore nell’intera frazione orbetellana. Erano tutti arrivati per cercare di soccorrere Giovanni Tumino, 47 anni, che intorno alle 21.15 di sabato alla guida della sua moto di grossa cilindrata era finito contro un’utilitaria condotta da una donna di 32 anni, residente ad Orvieto, di professione medico. La prima a prestargli aiuto.
Invece nessuno ha potuto fare qualcosa per salvarlo. Il centauro, con il suo corpo rimasto a contrasto fra la moto e la fiancata dell’auto, è caduto sull’asfalto, si è rialzato da solo, si è tolto il caso e ha anche pronunciato qualche parola, ma poi è crollato di nuovo. Da lì in poi ogni tentativo di rianimarlo è stato vanificato dalle gravissime lesioni interne che l’impatto gli aveva causato.
Sarà la Polstrada a dover ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente accauduto nei pressi dell’incrocio fra la "Sp 1 Talamonese" e la bretella che la unisce con la Statale Aurelia. La moto era appena uscita dal centro abitato di Fonteblanda mentre l’auto, che arrivava dall’Aurelia, era uscita dall’incrocio per svoltare a sinistra, verso il paese. Utili saranno le immagini delle telecamete che coprono l’area dell’incrocio. La Polstrada ha posto sotto sequestro l’auto, la moto e anche il telefono cellulare della conducente dell’auto (al momento indagata per omicidio colposo).
Giovanni Tumino, padre di una ragazza ventenne, era molto noto nella zona. Dipendente di una ditta specializzata che effettua lavori sulle linee ferroviarie, era originario di Civitavecchia, ma residente da tempo a Fonteblanda. Molto del suo tempo libero lo dedicava all’attività dei carristi, gruppo con il quale aveva partecipato a varie edizioni del "Carrissimo", il premio più importante del "Carnevaletto da tre soldi" di Orbetello.
I primi a soccorrerlo sono stati alcuni volontari della Cri che rientravano ad Orbetello. "Lo abbiamo soccorso – raccontano –. Era sdraiato sull’asfalto, molto agitato, poi è andato in arresto cardiaco, lo abbiamo rianimato. Subito dopo sono arrivati i colleghi del 118 e Pegaso. Ma il suo cuore poi si è fermato di nuovo". Ed è calato il buio più doloroso per tutti.