
Che la possibilità di intitolare una via a Giorgio Almirante sollevasse proteste e prese di posizione – così come era accaduto dal momento in cui il Comune capoluogo prospettò questa volontà – era prevedibile e abbondantemente previsto. La decisione può urtare le diverse sensibilità delle singole persone e di sicuro mette in rotta di collisione le idee politiche dei partiti che, come tali, hanno il sacrosanto diritto di manifestare tutto il loro disappunto o il loro favore nei confronti di questa intenzione.
Meno comprensibili, invece, sembrano le delusioni espresse nei confronti della Prefettura dalla quale coloro che non vogliono una via Almirante si aspettavano – dicono – "maggiore sensibilità". Ma tutto è regolato da un Regio Decreto del 1927 che affida questa competenza in via esclusiva ai Comuni e le uniche valutazioni assegnate alla Prefettura sono o di ordine pubblico o di prevenzione di problemi anagrafici come, ad esempio, evitare che possano esserci vie o piazze con gli stessi nomi. Niente di più un prefetto può fare. Tantomeno valutazioni politiche o di merito. Quelle, appunto, spettano ai Comuni.
Luca Mantiglioni