Ragazzo down allontanato dalla panchina, il Coni invita Matteo in Nazionale

Ha un lieto fine la vicenda del giovane, che come dirigente accompagna il padre allenatore insieme alla squadra. Iniziativa del presidente del Comitato olimpico insieme alla Federazione Pallavolo

Seduto, in maglia celeste, il giovane dirigente espulso dall'arbitro

Seduto, in maglia celeste, il giovane dirigente espulso dall'arbitro

Orbetello (Grosseto), 23 novembre 2015 - Matteo Bartolini vivrà una giornata insieme alle nazionali di volley, invitato dal presidente del Coni Malagò. Ha un lieto fine la vicenda del giovane Matteo, affetto da sindrome di Down, molto amato dalla sua squadra. Matteo siedeva sempre in panchina come dirigente insieme al padre, che è l'allenatore della Pallavolo Orbetello. In occasione dell'incontro con la Maxitalia Jumboffice, che si è svolto a Sesto Fiorentino, l'arbitro ha applicato alla lettera il regolamento, chiedendo al ragazzo di lasciare la panchina.

Una vicenda che ha lasciato l'amaro in bocca al padre e a tanti appassionati di volley, che hanno chiesto alla federazione regole meno severe. Detto fatto, la Federvolley insieme al Coni hanno chiuso la questione invitando appunto Matteo e il padre a uno dei prossimi meeting degli azzurri di volley. Per questa vicenda il padre del ragazzo era stato squalificato per una giornata per proteste. Intanto, in una nota, la Fipav scrive che quello di sabato non è stato un «caso di discriminazione, ma solo di problematiche regolamentari» relativo al numero di persone autorizzate a sedere in panchina. D'accordo con il Coni, la Federvolley ha anche annunciato che «prenderà in esame la possibilità di concedere delle deroghe straordinarie in maniera da evitare che si ripetano episodi simili».

«Ringrazio il mondo sportivo e non, che con la sua grande sensibilità ha subito capito quale fosse il vero problema - ha detto il padre di Matteo, Andrea Bartolini -. Le regole vanno rispettate, ed io sono il primo a cercare di non oltrepassarle, così come ha fatto la mia società, cercando di non mettere in difficoltà nessuno. Mi sono buttato in questa mia crociata, perché penso veramente che lo sport debba solo unire, rappacificare e non dividere e creare dei dissapori, e l'ho fatto solo per far capire che esistono regole e regole, e che sarebbe bastato veramente poco poter permettere a mio figlio Matteo di stare vicino a ciò che più gli piace senza creare tutto questo trambusto. Ringrazio la federazione il suo presidente Magri, ed il presidente del Coni Malagò - chiude Bartolini -, che non appena avuta notizia di quanto stava accadendo hanno preso subito in mano la situazione e dato la loro piena disponibilità a risolvere il tutto nel più positivo dei modi. Ringrazio tutti quanti quelli che in questo momento hanno dato il loro appoggio a Matteo. Un grazie di cuore a tutti».