"Raccolta differenziata, i dati certificano il grave fallimento"

"Raccolta differenziata, i dati certificano il grave fallimento"

"Raccolta differenziata, i dati certificano il grave fallimento"

Anche al Giglio fanno discutere i dati sulla differenziata. La classifica dei comuni più virtuosi vede realtà come Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Magliano (paesi che non vivono prevalentemente di economia turistica) conseguire percentuali del 70-80 %, mentre l’isola del Giglio, che vive esclusivamente di turismo e quindi di risorse ambientali, è relegata al penultimo posto "con un disonorevole 30,76%". Questo è quanto commentano i consiglieri di opposizione Guido Cossu (nella foto) e Armando Schiaffino.

"Il brillante risultato del 78,48% ottenuto dal Comune di Arcidosso – dicono – è frutto di un lavoro lungo e faticoso, di un’importante sinergia tra Comune, cittadini e Sei Toscana. L’assessore amiatino Rachele Nanni ha spiegato che la popolazione ha iniziato a capire la raccolta differenziata, il Comune ha creduto nel servizio e che una percentuale così elevata permette di accedere a contributi regionali, avendo come obiettivo l’aumento della qualità della differenziata per arrivare al traguardo finale della tariffa puntuale". "Un modo di amministrare ben diverso da quello del Comune di Isola del Giglio – puntualizzano – che continua ad attribuire agli altri, Sei Toscana in primis, le responsabilità della fallimentare gestione dei rifiuti urbani. È sufficiente osservare la situazione dei cassonetti isolani, sia nel contenuto (che fa ragionevolmente dubitare anche del dato del 30,76%) sia della tipologia degli stessi, ben diversa da quella di molti comuni vicini, pur essendo il gestore identico. È incontrovertibile che le differenze fra i comuni siano imputabili all’ente locale e in particolare al consigliere delegato e all’assessore competente. Lasciamo giudicare ai cittadini i risultati della politica degli annunci e dei premi internazionali, tipo Best Tourism Village che ci indica, mendacemente e maldestramente nell’epoca dei Trip Advisors, come i più virtuosi del mondo anche in tema di politiche ambientali".