CRISTINA RUFINI
Cronaca

Processo Concordia: "Lui ha avuto la colpa di essere il comandante Schettino"

Prosegue l'arringa dell'avvocato Laino. L'ex comandante della Concordia nel pomeriggio non è rientrato in aula / LA DIFESA: "SCHETTINO HA CERCATO DI RIMEDIARE AGLI ERRORI DI ALTRI" / PARLA COSTA CROCIERE / DOMNICA CHIEDE RISARCIMENTO / LA PROCURA DI GROSSETO APRE UN FASCICOLO PER CALUNNIA NEI CONFRONTI DEL CODACONS / SCHETTINO PARLA A PORTA A PORTA / CHIESTI 26 ANNI PER SCHETTINO / SCHETTINO IN AULA: FOTO

Processo Schettino

Grosseto, 6 febbraio 2015 –  E' ripresa questa mattina verso le 10 l’arringa dell’avvocato Donato Laino, al processo contro Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia. “Vogliamo che il tribunale valuti in quale condizione si è trovato il comandante, cioè con un flusso di informazioni scomposte, probabilmente a causa del panico che in quei momenti ha preso tutti. A capo della gestione di quel flusso di informazioni c’era Bosio (Roberto, comandante in seconda, ndr) – ha sottolineato il legale che assiste l’imputato – era lui che avrebbe dovuto interpretare questo flusso di notizie perché aveva le capacità per farlo e comunque si doveva muovere autonomamente. In questa tragedia quello che ha prodotto le morti è la stabilità. Bisognava capire per tempo che cosa si doveva fare”. Quindi l’avvocato Laino si è domandato come mai la procura ha usato due pesi e due misure: “Schettino è il criminale, l’unico colpevole, e per Bosio si archivia. C’è il dovere giuridico del pubblico ministero di cercare prove anche a favore dell’imputato e non è stato fatto. Lui aveva la colpa di essere il comandante Schettino”.

 

Ore 15 - Continua l’arringa dell’avvocato Donato Laino, che da ieri mattina sta cercando di alleggerire le colpe di Francesco Schettino addossandole al primo ufficiale Ciro Ambrosio nella fase pre-impatto e al comandante in seconda Roberto Bosio, sottolineando come invece la procura di Grosseto abbia voluto “evitare queste prove, non andando a cercare anche gli aspetti a discolpa di Schettino. Non facciamo sempre a levargliele – ha dichiarato Laino – Non è stato seguito da parte della procura il dovere giuridico di cercare le prove a favore dell'imputato". Laino in particolare ha sottolineato che sull'abbandono della nave "la procura cancella le prove: il comandante non indugiava, esortava a dare l'abbandono". L'avvocato ha invitato ad ascoltare il vdr, la 'scatola nera della nave. "E poi - ha continuato il legale - dobbiamo cavillare che Schettino doveva dare l'abbandono della nave con la sua voce". L’intervento di Laino si chiuderà con l’udienza di oggi, ma non terminerà invece l’arringa della difesa che proseguirà lunedì prossimo con l’intervento conclusivo dell’avvocato Domenico Pepe. Slitteranno quindi le repliche, previste per lunedì, che potrebbero iniziare subito dopo la conclusione dell’arringa, oppure iniziare direttamente martedì. Al termine di questa fase i giudici si ritireranno in camera di consiglio.

​Francesco Schettino, presente in aula questa mattina, non è invece rientrato dopo la pausa pranzo perché influenzato. L'imputato si è dovuto assentare a causa della febbre. Da stamani lamentava una forma influenzale, ma finché ha potuto è rimasto in aula. Intanto, ci sarà uno slittamento dei tempi nel programma del processo poiché neanche oggi la difesa di Schettino è in grado di terminare la sua arringa, che quindi proseguirà nell'udienza di lunedì 9 febbraio anche con la discussione dell'altro avvocato difensore, Domenico Pepe. A seguire - anche nell'udienza del 10 febbraio - le repliche: oltre al pubblico ministero, al momento sono una decina le parti civili che hanno preannunciato ai giudici di voler intervenire.