REDAZIONE GROSSETO

"Problema gravissimo e danni molto seri"

Chiara Caruso: "Effetti nel breve e nel lungo periodo. Rischi anche per la capacità. di potersi riprodurre"

Ma quanto può sopravvivere un pesce, come la spigola catturata nelle acque di fronte al Pparco della Maremma, dopo aver ingerito un oggetto così ingombrante di plastica? Lo abbiamo chiesto a Chiara Caruso, veterinaria marina del centro Tartanet di Talamone, dedito al recupero delle tartarughe marine che, purtroppo, di casi così ne ha visti e curati più di uno. Spesso le tartarughe che vengono soccorse sui litorali e portate al centro hanno ingerito oggetti o ami che poi ne compromettono la salute, ed anche se in questo caso si sta parlando di un pesce, la tipologia di esperienza e di approccio al problema non è molto dissimile.

" Purtroppo non è anomalo che si sia verificata una situazione di questo genere – spiega –. Una grande spigola è un medio-grande predatore che potrebbe benissimo aver dato la caccia ad un mollusco ingerendolo insieme alla plastica. Quanto alla sua sopravvivenza non è semplice pianificare o dare delle misure temporali certe, anche perché ci sarebbe da capire quando realmente la spigola ha ingerito la plastica. Al riguardo, però, una cosa è sicura, gli effetti della plastica all’interno dell’organismo del pesce si dividono tra conseguenze di breve e di lungo periodo. Ossia, nel breve potrebbe succedere che il pesce non riesca più a mangiare proprio per l’ingombro del corpo estraneo che non lascia più spazio nello stomaco per ingerire altri alimenti: di conseguenza il pesce è destinato a morire di fame. Qualora invece riusca ad alimentarsi, alla lunga potrebbe essere il suo organismo ad essere lentamente intossicato con conseguente deterioramento delle funzioni vitali principali, ed eventualmente di quelle riproduttive".

Riguardo al fatto che il pesce fosse privo di tracce della sacca ovarica, in un periodo in cui la spigola va in frega la veterinaria spiega. "Riguardo a questo potrebbe esser anche accaduto che la spigola avesse già rilasciato le uova e che la loro assenza, quindi, non sia dovuta alla plastica nello stomaco".

S.Z.