Massimiliano Pincione, ex presidente del Grosseto calcio, è stato condannato dal tribunale di Grosseto a 600 euro di multa con pena sospesa e al pagamento di un risarcimento danni di 10mila euro per il Comune di Grosseto e altrettanti per il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Si è chiusa ieri pomeriggio la vicenda giudiziaria che ha visto in aula l’ex numero uno biancorosso finito a processo con l’accusa di diffamazione. L’ex presidente, 61enne, originario di New York, arrivato in Maremma nel 2016 per rilevare la società unionista, era accusato per diffamazione dal Comune e dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. L’ente e il primo cittadino non avevano preso bene le parole pronunciate dall’ex patron durante la trasmissione "Biancorossi", in onda su Tv9. Fabrizio Rossi, allora assessore allo Sport, aveva messo in mora la società biancorossa per i mancati pagamenti del canone d’affitto dello Zecchini. La società aveva chiesto al Comune una concessione quinquennale dello stadio. Concessione che era stata negata. E Pincione si era fatto avanti con una causa per un risarcimento di 3 milioni di euro. Il 2 febbraio 2017, in collegamento Pincione definì l’amministrazione di Vivarelli Colonna, "un comune di m....", accusando i tifosi del club Maremmani 1912 di essere "arma del Comune". Le accuse erano poi proseguite: "Ma voi credete di essere nel far west? Parlano di mafia...da dove vengo io le minacce non si fanno, si fanno i fatti...". Pincione, non si era fermato a queste parole e aveva aggiunto: "Un Comune che non promette le promesse in scritto e orale". È durata poco la discussione in aula: l’ex presidente non si è presentato all’ultima udienza del processo che lo vedeva imputato. La vice procuratrice onoraria Pamela Di Guglielmo, che nelle passate udienze aveva sentito anche il conduttore della trasmissione come testimone, ha chiesto la condanna a un anno per Pincione, riconoscendolo quindi colpevole di diffamazione.
CronacaPincione condannato. L’ex presidente del Grosseto nei guai per diffamazione