Dalla terra degli agrumi alla Maremma. Il negozio di Nilo Bonfante ha una storia lunga. La bottega di via Bengasi prima aveva sede a Marina, con il padre Salvatore. Salvatore, originario della Sicilia, lasciò l’isola delle arance e limoni per arruolarsi volontariamente. Quindi raggiunse il confine con la Slovenia, ovvero la città della bora. Trieste. Dopodiché, maturata l’idea di tornare verso casa, in Sicilia, cominciò a scendere l’Italia e incontrò la Maremma, e Marina. Dice Nilo: "Se ne innamorò, e decise di restare". Apri così la bottega artigiana per svolgere la professione del calzolaio intorno agli anni sessanta. "Marina – ricorda Nilo – era un grande bacino d’utenza. C’erano tante persone sopratutto d’estate. Era difficile accontentare tutti". Poi qualcosa è cambiato e la città costiera ha cominciato a spengersi. Così si sono spostati verso Grosseto mantenendo per un po’ due punti vendita. "Ci siamo trasferiti – spiega –, perché a Marina non c’era più nessuno". Quindi, un bel viaggio, temporale e non. Salire l’Italia e fermarsi a metà per poi innamorarsene è stata quella fortuna di cui i grossetani oggi ne ne conoscono il valore di una laboratorio artigianale che porta avanti l’arte dei mestieri antichi.
CronacaPassione ereditata dal padre