
Ora è allarme cereali Produzione a forte rischio
Maltempo e piogge incessanti tagliano le stime della produzione di cereali. La Maremma rischia di perdere per strada un quarto del raccolto di grano duro e tenero, orzo, favino ed avena a causa delle abbondanti precipitazioni di maggio che hanno raggiunto livelli straordinari. Lo scorso mese sono caduti mediamente 132 mm di acqua secondo il Servizio Idrogeologico Regionale, l’85% in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni con punte record nell’area di Grosseto (+132%). Una quantità eccezionale che ha ricaricato le falde, riportato il livello di riempimento di invasi e bacini in sicurezza ed allontanato lo spettro siccità ma che ha provocato anche allagamenti nei campi seminati e compromesso il prossimo importante raccolto di cereali. A lanciare l’allarme sono Coldiretti Toscana e Cai Consorzio Agrario del Tirreno che stanno monitorando la situazione sul territorio. In Toscana, nel 2022, i cerealicoltori avevano "stoccato" 1,9 milioni di quintali di grano destinati principalmente all’industria della pasta e circa 900 mila quintali di grano tenero per la produzione di pane, biscotti ed altri prodotti derivati. "Le prime ricognizioni in campo destano preoccupazione. La situazione è molto diversa da zona a zona e dal periodo in cui la semina è stata effettuata. – spiegano –. Già ad inizio della prossima settimana, nelle zone di costa, partirà la trebbiatura dell’orzo e del favino, poi toccherà via via alle aree interne. Ad una prima analisi le spighe del grano risultano essere povere, e questo significa meno chicchi e una conseguente produzione inferiore. La ragione sono la troppa acqua che ha penalizzato la fase di allegagione della spiga e la sua successiva maturazione e gli squilibri termici improvvisi. Troppo umido quando i cereali, soprattutto il grano, hanno bisogno di caldo e asciutto. La resa per ettaro potrebbe essere inferiore del 20%-25%".
L’altro incubo, per gli agricoltori, è rappresentano dal crollo del prezzo del grano mentre sugli scaffali il costo della pasta per le famiglie toscane è salito mediamente del 41% mentre quello del pane fresco del 9%. Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada balzate del +747%, passando da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali nei primi due mesi del 2023, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.