
Umberto Cavini
Grosseto, 9 febbraio 2015 - A 67 anni, dopo una lunga malattia, nella sua casa di via Birmania è deceduto Umberto Cavini. Il mondo della boxe ha declinato la sua vita: prima come pugile dilettante, poi come presidente della Pugilistica Grossetana e come collaboratore della moglie Rosanna nella sua attività di organizzatrice di riunioni di pugilato, per non parlare della sua abilità come scopritore di giovani talenti e delle sue conoscenze nel Gotha del pugilato: tra gli altri i suoi interlocutori rispondevano ai nomi di Rodolfo Sabbatini, Rocco Agostino e Don King.
Ci ha lasciati un gentiluomo: in lutto non solo il mondo dello sport, al quale Umberto ha dedicato gran parte della sua vita, ma anche il mondo imprenditoriale ed economico maremmano. Proprio quella Maremma che Umberto prima insieme alla moglie Rosanna, poi, con la figlia Monia ed il genero Fabrizio, ha sempre avuto come punto di riferimento nella sua attività quotidiana. Umberto, originario di Batignano, carattere mansueto, ma al tempo stesso focoso, alla sua Maremma era molto affezionato tanto è vero che in giro per il mondo lui parlava sempre, prima, delle meraviglie della sua terra e, poi, della propria attività sportiva. Anche se qualche volta la Maremma, aggiungiamo noi, non gli ha sempre riservato il giusto riconoscimento. Un aspetto particolare di Umberto era sottolineato dalla voglia di stare insieme: dopo le riunioni, infatti, sia che i suoi pugili avessero vinto, sia che avessero perso, tutti, pugili e dirigenti, erano invitati alla cena: una specie di rito, dopo la violenza sul ring, all’insegna della lealtà e dell’amicizia.
La Maremma, dunque, sempre al primo posto non solo a livello mondiale, ma la Maremma al primo posto anche nei contatti quotidiani con la gente e gli sportivi locali. Fu sua l’iniziativa di organizzare riunioni all’aperto sui ring allestiti sui campetti di periferia (Grosseto, Arcidosso, Tatti, Castiglione della Pescaia, Rispescia, Follonica, Marina di Grosseto) fuori dai palazzetti, proprio per avvicinare la gente al mondo della boxe. Uno dei meriti principali di Umberto fu quello di far uscire dal ghetto delle bettole e dei locali angusti, dove fino a quel momento (inizio anni Ottanta) venivano organizzate le riunioni di pugilato. Umberto, insieme a Rosanna, la «dama bionda», prima donna al modo con la licenza di organizzare riunioni tra pugili professionisti, riuscì a dare dignità allo sport della noble art cominciando ad allestire appuntamenti di primo piano e di grande qualità tanto è vero che anche la Rai cominciò ad interessarsi del pugilato in una maniera completamente innovativa grazie alle riunioni dei «Conti Cavini». E proprio grazie al binomio Umberto-Rosanna Conti Cavini, Grosseto tornò ad essere, proprio come alcuni decenni prima, la capitale del pugilato italiano Al nome di Umberto, che ebbe anche una breve esperienza con il mondo del calcio, sono legate pagine importanti che hanno fatto la storia del pugilato italiano ed internazionale.
Per quanto riguarda i talenti locali Umberto ha fatto conoscere il professionismo ad atleti maremmani come Alessandro Scapecchi, Massimo Pieri, Emanuele Grilli, Giovanni Niro e Luca Maggio mentre nel suo clan ha avuto campioni di valore come Di Rocco, Davis, Servirei e Battaglia tanto per citarne alcuni. Innumerevoli i riconoscimenti avuti nella sua lunga carriera culminati nella stella d’oro al merito sportivo del Coni. Dal punto di vista sportivo e agonistico indimenticabile, all’inizio degli Anni Novanta, lo svolgimento, al Palasport di via Austria, del campionato mondiale Wba, tra Brian Mitchell e Jackie Beard. La serietà e la professionalità con le quali Umberto Cavini, insieme alla moglie Rosanna Conti, ha portato avanti la sua lunga attività gli hanno permesso di ottenere un ruolo di primo piano nel mondo della boxe sia livello nazionale che internazionale. Ciao Umberto.