"Vaccini covid sicuri anche per chi ha avuto in passato la miocardite"

I risultati di uno studio dell’Asl sono stati pubblicati su un’importante rivista scientifica inglese

I dottori Maurizio Pieroni (a sinistra) e Leonardo Bolognese

I dottori Maurizio Pieroni (a sinistra) e Leonardo Bolognese

Grosseto, 9 agosto 2022 - "I vaccini anti-Covid sono sicuri anche nei pazienti che in passato hanno avuto una precedente miocardite, poi guarita". Lo affermano i risultati di uno studio sperimentale condotto da Asl Toscana Sud Est e di recente pubblicati su una delle più importanti riviste europee di Medicina Interna, l’ European Journal of Internal Medicine.

"Abbiamo voluto testare il rischio di una recidiva di miocardite in pazienti che ne erano stati affetti in precedenza, in conseguenza alla somministrazione del vaccino anti-Covid – spiega il dottor Maurizio Pieroni – Abbiamo allora deciso di monitorizzare la sicurezza e l’efficacia del vaccino anti-Covid-19 negli oltre 100 pazienti guariti da una precedente miocardite seguiti regolarmente presso il nostro ambulatorio. Tutti i pazienti arruolati sono stati monitorati nei giorni successivi alla seconda dose di vaccino e nelle settimane a seguire, questo al fine di rilevare eventuali sintomi di una nuova miocardite, quale ad esempio dolore toracico od aritmie. Non abbiamo registrato nessuna recidiva di miocardite e nessun paziente vaccinato ha presentato un’infezione da SARS-CoV2 sintomatica, al contrario di 3 pazienti non vaccinati che hanno contratto il Covid, e in un caso vi è stata necessità di ricovero in ospedale. I nostri dati dimostrano che i pazienti guariti da una precedente miocardite non hanno un rischio aumentato di avere una recidiva di miocardite dopo la somministrazione di vaccini a mRNA contro il Covid. Questi risultati sono importanti non solo relativamente ai vaccini anti-covid ma per tutti gli eventuali futuri vaccini a mRNA"

"Questo importante studio – dichiara il dottor Leonardo Bolognese, direttore del Dipartimento cardio-toraco-neuro-vascolare della Usl Sudest – testimonia come, nonostante la pandemia, non abbiamo mai interrotto la ricerca clinica, soprattutto in relazione ad un nemico inizialmente sconosciuto come il Covid-19 ed ai suoi possibili effetti sul sistema cardiovascolare. Questo tipo di ricerche hanno un impatto immediato sulla gestione dei pazienti e forniscono importanti indicazioni a tutti i cardiologi in Italia e nel mondo".