
Minorenni finiti nei guai. Studenti in gita con l’hashish. Ecco adesso cosa rischiano
Sarà definita nei prossimi giorni la posizione dei tre studenti minorenni trovati in possesso di hashish mentre, in pullman, stavano partecipando ad un viaggio di istruzione, gita interrotta non appena i professori si sono accorti della presenza della sostanza con il bus che ha fatto rientro in città dove poi gli agenti del Gruppo cinofilo antidroga della Polizia municipale – su richiesta della dirigenza scolastica stessa – hanno svolto i primi accertamenti.
La direzione dell’istituto superiore ha già convocato i genitori dei tre ragazzi per metterli al corrente di quanto accaduto e già nei prossimi giorni sarà riunito il Consiglio di classe in seduta straordinaria che dovrà decidere i provvedimenti disciplinari da adottare. Da questo punto di vista, gli studenti rischiano il 6 in condotta nella pagella del primo quadrimestre e una sospensione fino a 15 giorni, senza obbligo di frequenza. E’ inoltre probabile che la scuola preveda uno specifico percorso di recupero sotto la guida di uno psicologo.
I ragazzi, inoltre, così come prevede la legge, saranno segnalati alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti e queto comporterà l’inizio di un altro procedimento, la cui durata e contenuti saranno decisi dal prefetto Paola Berardino (nella foto) in base agli elementi raccolti e alle valutazioni fatte anche dagli assistenti sociali.
Il primo passo sarà la convocazione ufficiale dei tre negli uffici del Not (Nucleo operativo tossicodipendenze) e con loro, essendo minorenni, dovranno esserci anche i rispettivi genitori. Qui dovranno sostenere un colloquio con il personale prefettizio alla presenza degli assistenti sociali che dovrà appunto fornire le indicazioni per gli eventuali passaggi successivi. Nel caso si tratti di prima segnalazione (e se il caso fosse ritenuto di particolare tenuità e se è presumibile che il soggetto in futuro si asterrà dal commettere fatti analoghi) tutto potrebbe concludersi con un’"ammonizione", ovvero un formale invito a non ripetere quanto già accaduto, ma in presenza di soggetti già segnalati (oppure se il fatto non dovesse essere ritenuto di lieve entità o se, ancora, c’è il rischio che quanto successo possa ripetersi, allora il prefetto dovrà adottare una sanzione (della durata minima di un mese, massimo un anno) che prevede la sospensione della patente (compresa quella dei motocicli) o il divieto di conseguirla nonché la sospensione del passaporto o di ogni altro documento equipollente (o, anche in questo caso, il divieto di conseguirli).