
Le due facce dell’apicoltura Aumentano le aziende ma crolla la produzione
L’apicoltura cresce in Maremma ma gli effetti dei cambiamenti climatici che determinano una riduzione sensibile della produzione di miele e l’aumento dei costi dovuti alla gestione di emergenza degli apiari, minacciano il futuro del settore. E’ pensare che la stagione era promettente con fioriture belle, abbondanti e profumate. Freddo, vento, grandine e la pioggia di maggio sulle campagne hanno rimesso tutto in discussione. Per l’acacia e per le raccolte primaverili si stima una perdita di produzione tra aprile e maggio anche del’80%. A lanciare l’allarme è Coldiretti Grosseto preoccupata per il clima pazzo che ha moltiplicato gli eventi estremi tagliando la produzione di miele. "Il settore cresce e questo è decisamente un buon segnale ma deve anche fare i conti con l’andamento instabile delle produzioni che minaccia la loro sopravvivenza. Senza produzione le aziende la loro sostenibilità economica è in pericolo. – spiega Coldiretti Grosseto - L’avvio della stagione delle fioriture è stato promettente, poi è arrivato il passo falso della primavera e l’abbassamento delle temperature proprio quando le api stavano raccogliendo il nettare". Le difficoltà delle api – sottolinea Coldiretti Grosseto — sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che quelle domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali, sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. "L’abbassamento delle temperature e le piogge di queste ultime settimane hanno creato tante difficoltà alla vita dell’alveare. L’acacia è la fioritura che è stata più penalizzata. – spiega Silvia Ferri, apicoltrice di Pitigliano – Non potendo uscire a causa della pioggia le api hanno dovuto consumare il miele presente nel melario per sopravvivere. La produzione fino a qui è scarsa: il 70% in meno rispetto allo scorso anno. Ma c’è ancora margine per recuperare almeno in parte la stagione". Anche dalla parti della Laguna di Orbetello la stagione del miele è tutta da scrivere anche se nella zona costiera l’andamento sembra migliore per il miele erica o millefiori a base di erica o altre fioriture di macchia mediterranea. "E’ una stagione potenzialmente buona nella mia zona. – spiega Sergio Stipa de La Fattoria Il Poggiolo che aderisce alla rete di Campagna Amica – Quello che sto notando è una sciamatura inusuale che vedi ogni dieci anni e che complicano la gestione degli apiari. Punto tutto sulle fioriture di giugno e luglio come il millefiori, il trifoglio, il girasole ed il castagno per una buona produzione di miele".