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Eurovinil, la lotta per riemergere dalla crisi

Per il periodo di maggior lavoro, riassunti in servizio alcuni dipendenti che erano in mobilità, Santini (Cgil): «Vorremmo fosse chiaro che non è un’azienda chiusa»

Una delle manifestazioni di protesta dei dipendenti dell’Eurovinil al momento della messa in mobilità

Grosseto, 14 maggio 2016 - Non si può parlare di rinascita, né di essere fuori dal tunnel, ma neanche di scomparsa dell’Eurovinil. Sul presente e futuro immediato dell’azienda che fa parte del gruppo inglese Survitec, il responsabile Filctem-Cgil Grosseto Furio Santini vuole guardare il lato positivo. «Vorremmo che fosse chiaro che non si tratta di un’azienda chiusa, la Eurovinil esiste – sottolinea Santini – e sta lavorando. Non solo. In questo periodo impiega dalle cinquanta alle sessanta persone, di cui più di venti sono a tempo indeterminato, altri con contratti part-time e altri con contratti a tempo determinato. Peraltro sembra che in questo periodo il lavoro non manchi».

Da marzo ad agosto, infatti, l’azienda di via Genova lavora a pieno ritmo per la revisione e la costruzione delle zattere e per l’oggettistica che riguarda la nautica. Dal gruppo dei dipendenti che sono rimasti in mobilità, ne sono stati richiamati alcuni per impiegarli a tempo determinato per il periodo di maggiori commesse, come l’attuale.

Nel frattempo proseguono le trattative per la vendita dell’ottanta per cento del capannone di via Genova. «A quanto mi risulta – conclude Santini – si tratterebbe soltanto di una questione formale, ma l’accordo con il gruppo Ricci sta per giungere in porto». Altri rumors, come sempre accade quando si tratta di simili cessioni, racconterebbero invece di uno stop. Comunque sia, l’intenzione della dirigenza di Eurovinil è quella di cedere la gran parte dell’immenso capannone, diventato troppo grande da quando è stato deciso di cessare il ramo per la costruzione delle tende. Una vendita che permetterebbe di far respirare i conti della società e di investire maggiormente nell’attuale ramo di azienda.

Nel restante venti per cento dell’enorme struttura di via Genova verrebbero spostati, magari dopo settembre quando inizia il periodo meno produttivo, tutti i macchinari che servono per la manutenzione e la costruzione delle zattere. «Non possiamo parlare certo di una rinascita – conclude Santini della Cgil – ma neanche di un’azienda chiusa. Di un’attività cessata, perché così non è. Dal dramma del licenziamento di massa, Eurovinil sta cercando di uscire possibile».

cri.ru.