
Il gruppo ieri mattina in attesa della partenza
Il Golfo ieri ha salutato i campioni della Tirreno Adriatico che hanno preso il via per la 3a tappa verso Colfiorito. In piazza XXV aprile l’avvio della terza tappa ha preso forma accompagnata dal pubblico.
Fin dalle 8.30 i bus delle squadre hanno raggiunto l’area mercatale e poco dopo, anche i corridori in sella alle bici hanno inziaito a colorare la città andando al palco per la bella presentazione sul palco delle squadre e dei campioni. Tanti gli applausi per i campioni, per il più forte velocista al mondo Milan in maglia ciclamino dopo aver vinto lo sprint del giorno prima proprio a Follonica, il boato per il recordman FIlippo ‘Top’ Ganna e i bimbi della scuola a caccia dei propri beniamini o anche solo incuriositi da questa grande festa che vedevano per la prima volta. Ad aggirarsi alla partenza c’era anche Gianni Bugno, leggendario campione iridato fermato da tanti per chiedere foto e autografi. Alle 9.30 è stato il vicesindaco a dare il via salutando i 159 corridori in partenza verso Colfiorito e orfani stamani di Anton Palzer della Red Bull Bora, Robbe Ghys dell’Alpecin tornato a casa per assistere la moglie incinta e del febbricitante Alberto Bettiol, toscano di Poggibonsi e maglia tricolore che però abbiamo raggiunto al telefono. "Ieri sul traguardo di Follonica ci sono arrivato ma non stavo bene e ora, in accordo con la squadra, ho preferito fermarmi – dice Bettiol –. Sono contento però di essere riuscito a fare almeno la tappa di Lido di Camaiore e quella di Follonica perchè, da toscano campione italiano, ho potuto far vedere ai tifosi la maglia tricolore. Ho sentito il calore della mia Toscana all’arrivo di Follonica, ho fatto tante foto e c’erano tanti bambini. Mi aspetto lo stesso entusiasmo anche alle tappe toscane del Giro". Una tappa che ha preso il volo in una Follonica che ha salutato la Tirreno Adriatico con il cuore colmo di emozione, custode di quel ciclismo che è sport, poesia in movimento e promozione del territorio. Un saluto dal sapore di un arriverderci.
Laura Guerra